Psicoterapia gruppoanalitica


 

 

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La psicoterapia gruppoanalitica: cos’è e come si applica.

 

psicoterapia gruppoanalitica

 

La La psicoterapia gruppoanalitica: Letizia Sticca

La psicoterapia psicoanalitica di gruppo può essere suddivisa in tre fondamentali indirizzi:

  • Psicoanalisi in gruppo;

 

  • Psicoanalisi di gruppo;

 

  • Psicoanalisi attraverso il gruppo o più propriamente Gruppoanalisi.

 

 

Tre diverse preposizioni che indicano, nel primo caso, che lo psicoterapeuta svolge una psicoanalisi individuale IN gruppo.

 

Nel secondo caso, lo psicoterapeuta tratta l’analisi DI gruppo come se fosse quella di un singolo.

 

Le dinamiche di gruppo sono intese come un insieme, le interpretazioni si riferiscono al gruppo e lo psicoterapeuta è solo il portavoce del gruppo.

 

In queste prime due modalità lo psicoterapeuta risulta essere l’agente del processo analitico.

 

Nel terza caso, il processo analitico avviene ATTRAVERSO il gruppo.

 

Il fondatore di quest’ultimo approccio è S. H. Foulkes che definisce la psicoterapia gruppoanalitica come il metodo di psicoterapia da lui iniziato sin dal 1940 quando svolgeva la pratica psichiatrica privata e nelle cliniche per pazienti esterni.

 

Il suo metodo deriva ed è ispirato dalle sue esperienze come psicoanalista, ma non è una psicoanalisi degli individui in un gruppo.

 

Non è neanche un trattamento psicologico di un gruppo da parte di uno psicoanalista.

 

Piuttosto, è una forma di psicoterapia praticata dal gruppo, nei confronti del gruppo, incluso il suo conduttore.

 

Da qui il nome: psicoterapia gruppoanalitica.

 

 

Gruppo analisi: nuove frontiere

Come affermano Di Maria F. e Formica I. in Fondamenti di Gruppoanalisi del 2009, non si può definire un gruppo di psicoterapia gruppoanalitica senza i seguenti concetti basilari:

  • la relazione,

 

  • la matrice,

 

  • la circolarità,

 

  • la molteplicità.

La relazione, è la dimensione più rilevante del gruppo in quanto ci si ammala nelle relazioni e ci si cura attraverso le relazioni.

 

Grazie alle infinite relazioni che si dipanano nel setting terapeutico di gruppo, emergono fenomeni quali la matrice dinamica, il campo controtransferale, o, molto più semplicemente, i diversi livelli comunicazionali consci e inconsci che rendono viva la terapia.

 

La circolarità, la quale implica che tutti i partecipanti (analista compreso), in una certa misura, vengano coinvolti da qualunque fenomeno si verifichi nel gruppo.

 

Infine la molteplicità: ogni situazione gruppale implica il coinvolgimento di molti soggetti, ognuno con le proprie peculiarità e storie personali.

 

Rocco Pisani, nella premessa al suo “Elementi di Gruppoanalisi” del 1999, sottolinea come l’importanza teorica della psicoterapia gruppoanalitica risiede nella consapevolezza che l’individuo non può essere concepito in isolamento, ma in continua relazione con il suo gruppo sociale.

 

L’individuo è l’espressione del contesto socioculturale di appartenenza, contesto che a sua volta contribuisce a costituire e pertanto anche la psicopatologia individuale non può essere che in stretta relazione con la psicopatologia del gruppo.

 

Il paziente è cioè portavoce di conflitti e problemi che investono tutto il suo gruppo di appartenenza, a cominciare da quello primario familiare.

 

L’intervento psicoterapico non può ignorare la presenza reale ed effettiva del contesto sociale nella sede di trattamento, limitandosi a considerare solo gli aspetti fantasmatici del gruppo come avviene nei trattamenti individuali.

 

La collettività entra così a far parte direttamente della situazione terapeutica.

 

Il trattamento gruppo-analitico permette di combinare l’analisi “verticale” genetica che attinge alla storia personale, con l’analisi “orizzontale” nell’interazione sociale dell’hic et nunc.

 

Qual è l’ambito teorico della gruppoanalisi

Esistono numerose terapie di gruppo, la cui prassi origina da una specifica teoria individuale.

 

Di per sé, la psicoanalisi di gruppo si differenzia innanzitutto grazie al setting psicodinamico, alla comunicazione verbale e non verbale, al dare significato ai sogni in virtù della teoria psicoanalitica.

 

Il gruppo terapeutico può essere chiuso, il che significa che ha una durata limitata: come nella psicoterapia analitica breve, si fissa fin dall’inizio la fine della terapia di gruppo la quale è uguale per tutti i partecipanti.

 

Si evince che non ci sono nuovi inserimenti, non ci sono nascite quindi è un gruppo destinato alla morte, ha uno scopo ben delimitato.

 

Il gruppo terapeutico aperto, invece è reso molto più dinamico dalle nuove entrate che generano nuove alleanze.

 

L’inserimento di una nuova persona nel gruppo rappresenta una nascita.

 

Tale evento comporta delle reazioni a livello inconscio e di conseguenza sul piano corporeo del nuovo membro del gruppo, in quanto nascituro e successivamente in quanto nato, prima, durante e subito dopo la nascita.

 

Comporta anche delle reazioni di gruppo, nell’inconscio degli altri membri e nel corpo degli altri membri, nel mondo intrapsichico e nel mondo interpersonale.

 

Un principio molto importante della gruppoanalisi è che i membri del gruppo non abbiano rapporti tra loro.

 

Ciò permette ai componenti di esprimersi con maggiore libertà e di sviluppare relazioni di transfert all’interno del contesto gruppale.

 

Il cosiddetto paradosso del non incesto, secondo il quale i pazienti costituiscono nel gruppo una struttura unitaria, una matrice unica, una psiche del gruppo proprio perché nella vita reale sono estranei e lontani.

 

principi condotta psicoterapia gruppoanalisi

 

Principi condotta dei membri del gruppo nella psicoterapia gruppoanalitica

Ulteriori principi di condotta richiesti a tutti i membri del gruppo, compreso il terapeuta, sono la regolarità delle sedute, in quanto ad esempio l’assenza di un membro provoca nocumento non solo a se stesso ma anche al gruppo.

 

La discrezione, per la quale i fatti narrati nel gruppo non devono essere riportati altrove.

 

La puntualità. La discussione si sviluppa spontaneamente senza piani o programmi, si comunicano liberamente desideri, pensieri, sogni e in generale si approfondiscono quelle dinamiche e interazioni tra membri che in un normale contesto sociale restano sullo sfondo, inavvertite e inconsce.

 

Il linguaggio è il mezzo di comunicazione e la comunicazione (verbale e non), nei limiti del possibile, non è sottoposta a censura e corrisponde all’associazione libera della psicoanalisi, chiamata associazione libera di gruppo.

 

Come afferma Foulkes, nella situazione terapeutica è possibile rivivere esperienze e atteggiamenti di vecchia data in un’atmosfera di tolleranza, di reciproca accettazione e di relativa libertà.

 

Non si danno giudizi di valore, ma si accettano tutte le reazioni del paziente e i rapporti interumani sfuggono alle normali conseguenze che avrebbero nella vita privata.

 

In tal modo reazioni nevrotiche o psicotiche di vecchia data possono essere corrette nel contesto stesso dei rapporti interpersonali.

 

Questo perché la comunicazione verbale e non verbale viene sfruttata conformemente a tali caratteristiche della situazione terapeutica.

 

 

info letizia sticca psicologa

 

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