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140 commenti su “Chiedi alla psicologa

  • Carla

    Buonasera Dottoressa Sticca, sono qui per chiedere un consulto su mio fratello che ha un forte attaccamento a me da quando mia madre ci ha lasciato nel Maggio scorso. Non so per quale motivo ma continua a comportarsi come un bambino. Ha 49 anni, mantre io sono la sorella maggiore e ho 56 anni.
    Da un po’ di tempo a questa parte non riesce a prendere decisioni anche le più banali e mi chiama anche per cose futili, non riesce a stare senza di me.
    Io naturalmente gli voglio bene e lo assecondo quando posso, ma se non posso va su tutte le furie e diventa capriccioso come un bambino. Lo vedo spesso perché lui vivendo da solo viene a trovarmi quasi tutti i giorni, anzi si vorrebbe transferire da me. Io sono sposata e ho 3 figli, e non posso tenerlo con me.
    Come posso fare, cosa gli sta succedendo?
    Nell’attesa di un suo riscontro le anticipo che sono disposta anche a cominciare una terapia.
    La ringrazio anche perché dedica uno spazio nel suo sito internet.

    • Letizia

      Buongiorno,
      la morte di un genitore è sempre un evento che oltre a essere doloroso, ci rende più vulnerabili e può far emergere questioni sommerse. Un’ipotesi potrebbe essere che semplicemente sia avvenuto uno spostamento per compensazione. Prima, questo rapporto di dipendenza era nei confronti di sua madre e ora che non c’è più, si è spostato su di lei.

  • Gloria

    Buongiorno, sono fidanzata da un anno con un ragazzo (con cui sto convivendo da qualche mese) che è stato sposato per alcuni anni e ha vissuto con la sua ex moglie e sua figlia, crescendola. Questa bambina ha un papà, che la riconosce e la ama, ma si trova all’estero per lavoro e quindi è stata cresciuta quotidianamente in età infantile, dal mio attuale fidanzato. All’inizio della nostra relazione non ho capito molte dinamiche e ci ho solo visto il fascino della responsabilità e della capacità di assumersi il rischio (e anche il coraggio!) di crescere giovanissimo una bambina senza chiedere nulla in cambio, anzi vivendosela come sua! Quando ho iniziato a capire meglio delle dinamiche, ho ovviamente chiesto supporto al mio terapeuta (da cui già vado da parecchio tempo) e ho fatto un lavoro per organizzare dentro di me lo spazio per il vecchio matrimonio e la bambina; non mi sono mai sentita in competizione con la bambina, ma ho compreso ad un certo punto che il fatto che lui e sua madre (la “nonna”) la citavano, parlavano di lei e ovviamente la vedevano, mi toccava delle corde molto profonde e fragili che esprimevo con rabbia repressa (che non ho mai sfogato su di lui) e la difficoltà. Anticipo il lavoro fatto; ho compreso che rivedo dei tratti della me bambina in questa bambina. Infatti, a soli 4 anni mio padre ha abbandonato me, mia madre e i miei fratelli e in un certo senso questa bimba, pur avendo un padre che l’ha riconosciuta ha vissuto dei lunghi distacchi con il paterno. Sto già facendo tutto un lavoro di riparazione in terapia da anni che mi sta dando molti benefici a livello emotivo e relazionale. Quello che purtroppo fatico ad accettare, ben intuibile per dei professionisti come voi è che vedendo dei tratti simili con l’infanzia di questa bambina purtroppo non accetto che questa bambina ha avuto delle figure di supporto che io (per nessuna colpa!) non ho mai avuto, ma anche su questo aspetto ci sto lavorando. Il punto che vorrei porvi però è che ovviamente con lui non ho parlato di questa fragilità perchè per me è molto intima, (ho confidato di aver avuto delle difficoltà di comprensione di dinamiche, ma non sono entrata in profondità di fragilità personali) perchè non vorrei, condividendo la mia difficoltà e il mio dolore nell’accettazione dell’affezione per questa bambina (da parte della famiglia), farlo rinunciare a questo rapporto o metterlo in un aut- aut. Non voglio mettermi e metterlo in situazione di conflitto o polarizzanti. So che il punto è il lavoro su di me e lo sto già facendo, ma la questione che su cui vorrei porre il focus è la seguente; posso lavorare su di me, lo voglio e lo sto facendo, ma allo stesso tempo non voglio accettare, nell’accezione di subire, questo rapporto per la vita perchè ogni volta sento il contraccolpo doloroso e il rischio è che questa relazione, anzichè un’esperienza serena e gioiosa, diventi per me, ogni volta costante prova. Come poter vivere questo rapporto affinchè io non lo percepisca come un qualcosa che io devo subire e che non ho scelto in toto? (Perchè non sapevo che mi avrebbe causato tutto questo quando ho conosciuto il mio attuale fidanzato). Grazie

  • Francesca

    Buon pomeriggio Dottoressa Sticca, scrivo perché sono disperata.
    Mia figlia Liliana deve fare la prima media ed inizierà l’anno scolastico a breve.
    Alle elementari ha avuto sempre avuto ottimi voti e le piaceva andare a scuola.
    Adesso invece dice che non vuole più andare a Scuola, ma come, se fino ad ora era entusiasta?
    Secondo lei cosa può essere successo?
    Mi aiuti per favore…

  • Melania

    Buongiorno, scrivo per condividere la mia esperienza.
    Sono una ragazza di 20 anni che ha sempre avuto sfortuna nell’amore. Le poche persone con le quali mi sono sentita e per le quali iniziavo a sentire qualcosa, si sono rivelate persone che volevano usarmi (uno in particolare: fidanzato e per di più con la ragazza incinta, voleva portarmi a letto e tenere nascosto tutto; per fortuna l’ho scoperto prima che fosse troppo tardi).
    Tutto ciò mi ha portato a chiudermi all’amore, facendo sì che dovessi dare ancora il primo bacio (e ovviamente tutto ciò che viene dopo…).
    Quest’anno al mare ho conosciuto un ragazzo che ha attirato la mia attenzione sin dalla prima sera, lui dopo qualche giorno mi ha contattata (aveva chiesto informazioni su di me ad una persona) e ci siamo visti. Ci siamo baciati (più di un semplice bacio…), ma poi io mi sono bloccata. Lui è stato molto sensibile e gentile con me, nelle settimane successive non ha mai cercato di approffitarsi di me (nonostante fosse “molto attratto” da me come lui ha detto), nemmeno quando avevo bevuto un po’ troppo una sera. Ha rispettato la mia scelta di non andare oltre… ora, a posteriori, me ne pento e sto vivendo con un amaro rimpianto. Meglio un rimpianto o un rimorso? Non so, sono dell’idea che ormai a 20 anni ci sta avere delle esperienze però sono combattuta perché tutti mi dicono che se fosse successo qualcosa di sicuro me ne sarei pentita. sono dell’idea che se in quel momento il sentimento è forte e lo si desidera (indipendentemente da quanto si conosce l’altro – se da due anni, due mesi o due giorni) probabilmente ne vale la pena. Ora sono in un loop di rimpianto e mi mangio le mani, so che non si può tornare indietro e sono pur sempre felice dei momenti di intimità che abbiamo avuto, ma mi sembra di aver buttato via un’occasione buona (forse la prima vera) in cui mi sentivo attratta tanto da una persona che mi avrebbe apprezzata. La distanza avrebbe reso tutto comunque una semplice esperienza estiva, ma vivo con il sogno di tornare nello stesso posto l’anno prossimo… non voglio passare un anno in attesa, con la possibile delusione che l’anno prossimo le cose poi non vadano come desidero. Probabilmente questa amarezza mi passerà a breve, ma ho ancora tanta voglia di lui…
    Qua alla fine ha vinto la parte razionale di me, dopotutto sono una ragazza con la testa sulle spalle, ma non so, probabilmente avrei dovuto lasciar decidere il cuore…
    Tutti continuano a dirmi che è meglio che sia andata così, quasi sicuramente me ne sarei pentita trovando più avanti un ragazzo che “ne valga la pena davvero”. Sono davvero combattuta e questi pensieri mi stanno occupando la testa ultimamente, seppur sia io consapevole che ciò che doveva succedere è successo e non si può tornare indietro.
    Qualche parere su questa questione? Non ho una domanda precisa da porgere, volevo semplicemente sentire il parere di chi non conosce me e tutta questa situazione in generale, visto che le persone che conosco potrebbero farsi influenzare dal fatto che mi conoscano etc…
    Grazie

  • mamma-disperata

    salve dott.ssa
    sono mamma di una bimba di 9 e un maschietto di 5.
    il piccolo va all asilo e ancora non ci sono difficoltà, molto socievole adora fare giochi di logica e predilige quelli più difficili dove bisogna impegnarsi di più.
    la bimba ha iniziato la 4^ elementare, è una bambina molto sensibile, non ama litigare con gli altri e se altri bambini sono più aggressivi nei modi o nei toni lei semplicemente si chiude nel suo guscio. è sveglia ma nonostante questo continua a passare il pomeriggio a disegnare e lamentarsi che si annoia,i compiti sono diventati una sfida anche per me, fino all anno scorso mi sedevo accanto e la aiutavo, quest’anno avevo deciso che sarebbe dovuta diventare più autonoma, e nonostante ciò continua a chiedere aiuto anche per le cose che sa fare, quando ha difficoltà inizia a piangere, e premetto che siamo alla seconda settimana di scuola,un inizio poco incoraggiante oserei dire.
    sogna di diventare medico,veterinaria, sogna in grande ma non mi sembra motivata.
    nel paese in cui viviamo (europeo) il sistema scolastico è diverso da quello italiano,finita la quarta elementare verrà messa davanti alla scelta già di un indirizzo scolastico ben definito, e le possibilità vengono poste in base al rendimento,ed anche al comportamento e le attitudini.
    ho provato ad essere molto morbida,non ha funzionato perchè entra in un circolo vizioso, ho provato ad essere severa con punizioni (per esempio il pomeriggio senza tv, o senza comunque le distrazioni che preferisce, ho provato persino a toglierle il materiale da disegno visto che lo usa tutto il pomeriggio) ma nulla.
    le ho chiesto cosa sogna in futuro e questa volta mi ha persino risposto con un “non lo so”.
    le chiedo se qualcosa le crea disagio a scuola,ma dice di no..però se le dico fatti rispiegare l argomento dall insegnante mi risponde che poi l insegnate le dice con tono nervoso “no,l ho spiegato a tutti e adesso prova a capirlo da sola”.
    non so come aiutarla questa situazione mi crea ansia e angoscia,mi fa sentire come se fossi una madre incapace perchè non riesco a capire il problema e trovare una soluzione. ho sempre timore che diventi cosi poco sicura di sè da non sfruttare il suo potenziale in un futuro e da accettare semplicemente quello che viene dalla vita e “accontentarsi”.
    non so se uno psicologo dell infanzia potrebbe aiutarla.
    ha qualche consiglio da darmi.
    la ringrazio in anticipo.

    • Letizia

      Buongiorno sig.ra,
      è una situazione molto comune e per questo è consuetudine una presa in carico familiare, specie quando si tratta di bambini. I comportamenti che ha descritto sono il modo che sua figlia utilizza per esprimere il suo disagio, la sua sofferenza che però trova le radici nel contesto familiare. Sarebbe superficiale limitarsi al contesto scolastico che rappresenta piuttosto il dove si manifestano le difficoltà ma non l’origine. Un percorso di psicoterapia è l’aiuto che serve a curare la relazione intrapsichica e interpersonale. I figli riflettono i genitori, pertanto è una valida alternativa anche un percorso di psicoterapia fatto solo dai genitori.

    • Marco

      Buonasera a tutti, sono un ragazzo di 21 anni e circa 1 anno e mezzo fa (maggio 2022) mentre stavo facendo uno dei miei soliti allenamenti ho avvertito un giramento di testa. Subito dopo mi sono fermato ma in me è rimasto un senso di stordimento e di agitazione con fatica a respirare che non mi riuscivo a spiegare. Passati circa 20 minuti in cui questo stato di agitazione peggiorava ho sentito una strana sensazione al petto e mi sono sentito male, hanno iniziato forti formicolii a tutto il corpo, facevo fatica a respirare, battiti a mille, e verso la fine di questo fenomeno forti brividi di freddo. Questo fenomeno è durato meno di una decina di minuti (i più brutti della mia vita). Nei giorni successivi mi sono recato dal medico, ho svolto tutte le visite possibili ed immaginabili (elettrocardiogramma, ecodoppler, prova da sforzo, holter 24h, neurologo, esami del sangue) tutti negativi. I giorni però passano e io continuavo a non sentirmi più come prima, alcuni giorni avevo testa stordita e senso di sbandamenti, altri giorni avevo piccoli spasmi muscolari negli arti e un senso costante di debolezza e di non stare bene come prima. Passavano i mesi e circa 3 o 4 volte al mese (mi succede tuttora) che ho degli episodi strani, una volta ho sentito un’intensità localizzata nel petto che andava via via aumentando con senso di svenimento e fatica a respirare con cuore a mille (durata 1 minuto), un’altra volta giramenti di testa con senso di agitazione mentre altre volte mi sento stare male improvvisamente (una strana sensazione) e subito scatta in me il panico e poi passa subito. Inoltre purtroppo con questi problemi ho dovuto abbandonare l’attività sportiva poiché questi episodi mi tormentavano ancora durante gli allenamenti, quando andavo ad intensificare un po l’allenamento sentivo il cuore subito a mille e questo improvviso senso di vuoto dentro di me con giramenti di testa e vampate di calore (una sensazione bruttissima) e che mi costringeva a fermarmi. Ed eccomi qua dopo un anno e mezzo ancora a cercare di capire cosa mi stia succedendo e cosa sono tutte queste cose che mi capitano. Chiedo gentilmente un parere a voi e ringrazio già in anticipo per tutti coloro che risponderanno. Grazie

  • Alberto

    salve, mi chiamo Alberto,40 anni avevo già scritto un paio di mesi fa in seguito ad un lutto familiare ( la nonna) e adesso va un po meglio ma resta il problema di questa ansia che non so per quale motivo con l’arrivo delle giornate lunghe, l’estate che si avvicina ecc mi sale ancora di piu, soprattutto alla mattina, poco entusiasmo e voglia del dover affrontare tutto, e un po di malinconia, e volevo chiedervi cosa consigliate, oltre alla terapia se ci sono altri piccoli gesti o azioni che possono aiutare? o qualche farmaco senza ricetta tipo lavanda o melatonina, accetto qualsiasi suggerimento, grazie a voi in anticipo.

    • Letizia

      Buonasera sig. Alberto,
      lo psicologo psicoterapeuta cura con la psicoterapia e NON con farmaci, consigli, palliativi ecc..
      Capisco che iniziare un percorso di psicoterapia può spaventare ed è impegnativo dal punto di vista emotivo ed economico ma l’ansia e le altre difficoltà che ha descritto sono legate al suo passato, alla sua storia familiare, alle sue esperienze. Fin quando non verranno affrontate, queste potranno manifestarsi sotto forma di sintomi.
      Cordialmente,
      LS

  • Francesco

    Buonasera, abbiamo una bambina di quasi 2 anni, i genitori della mia compagna sono separati ed il babbo si è riaccompagnato; è giusto per la bimba che la compagna di mio suocero si voglia fare chiamare nonna quando comunque ha tutti e quattro gli altri nonni?
    Grazie

    • Letizia

      Buonasera,
      Sarebbe riduttivo rispondere giusto o sbagliato alla sua domanda. Soprattutto questa è una decisione che spetta a voi genitori! Come psicoterapeuta posso invitarvi a riflettere su alcuni aspetti che hanno potuto alimentare il suo dubbio.
      Questa persona quanto è accettata in famiglia? Nello specifico quanto è accettata dalla mamma e dal papà della bimba?!Si comporta in modo affettuoso, equilibrato e adeguato con la bimba? Voi genitori avete piacere che tra la bimba e questa persona si crei una buona relazione positiva? Le risposte a queste domande influenzano in senso positivo o negativo l’atteggiamento, i pensieri, i comportamenti relativi al rapporto tra vostra figlia e questa persona. D’altronde, se prendiamo in considerazione esempi più estremi, i bambini chiamano mamma e papà i genitori adottivi! Conta la qualità della relazione. Detto questo, a 2 anni è difficile comprendere i legami di parentela. È difficile capire che anche papà e mamma hanno a loro volta una mamma e un papà. Bisogna aspettare un po’ ma crescendo i bambini sono in grado di comprendere i ruoli all’interno della famiglia.

  • massimo b

    salve dottoressa mi chiamo massimo 48anni da venezia,da tempo soffro di nevrosi ossessiva compulsiva diagnosticata.sto prendendo 20 gocce di daparox prescritto dal mio medico di base e mi sento meglio ma ho ancora le ossessioni se pur in maniera meno intenso,vorrei chiederle se aumentando il dosaggio potrei sentirmi ancora meglio,la ringrazio per la sua disponibilita e le auguro buona domenica

    • Letizia

      Buongiorno,
      Questa domanda dovrebbe farla al medico che le ha prescritto il farmaco! Io sono una psicologa psicoterapeuta e curo i pazienti con la psicoterapia ad orientamento psicoanalitico e psicosomatico che è un trattamento sanitario non farmacologico. Il farmaco agisce sul sintomo psichico silenziandolo ma non aiuta il paziente a comprendere tutte le esperienze e i vissuti emotivi che hanno portato fino al sintomo.

  • Giorgia

    Buongiorno dottoressa. Sono giorgia e stavo con una ragazza da più di un anno ma proprio ieri ha deciso di chiudere la relazione. Questo anno è stato bellissimo e pieno di emozioni, l’amore era presente e molto forte. Da un mese a questa parte ha iniziato a essere più distante da me perché ha iniziato a maturare consapevolezze su tutto questo anno passato insieme: abbiamo vissuto tutto sull’onda dell’emozione e alla fine di tutto questo lei si è sentita oppressa dai miei continui sbalzi d’umore, dalle mie continue pretese, dai problemi che portavo avanti per giorni interi anche su banalità. Si, sicuramente in questo anno io le ho scaricato addosso problemi inutili, privato di essere se stessa e creato scenate su cose banali inseguendo i miei attacchi d’ira. Probabilmente non sono mai riuscita a mettere lei al primo posto e ho sempre pensato solo ai miei bisogni. In questo mese di pausa(l’aveva chiesta lei) io sono riuscita a comprendere dove ho sbagliato, come migliorare e quanto male le ho fatto. Sono cambiata
    Ieri mi ha lasciata dicendo che lo fa per poi cercare di ricominciare con me da capo conoscendo la nuova me. Ma che questo ricominciare sarà lento e molto turbolento. Io la vedo molto distante e confusa e dice che non sa ancora se mi ama o meno. Io la amo troppo e credo veramente in un nostro futuro insieme. Ora la domanda che mi sono fatta é: dovrei aspettare e provare a fare conoscere la nuova me o lasciarla andare perchè forse ormai non posso più sperare in un futuro? Vedendo lo scenario posso continuare ad avere speranza o no? So di averle fatto del male ma era anche la mia prima relazione e cosa importante io ho capito cosa ho fatto e so che insieme riusciamo a fare grandi cose.
    E poi: per quanto riguarda me sarebbe opportuno iniziare un percorso con uno specialista per magari imparare a gestire gli attacchi d’ira, i continui pensieri che mi incasinano la testa e non mi fanno vivere con serenità e provare anche a colmare quelle mancanze di sicurezze, di autostima e di fiducia che ho?
    Grazie mille

    • Letizia

      Buongiorno Giorgia,
      è importante considerare che ognuno di noi può avere delle questioni personali irrisolte. Quando entriamo in relazione con le altre persone e a maggior ragione nelle relazioni sentimentali, ciò che non affrontiamo ma anzi accumuliamo, può riaccendersi e fare scintille proprio con le persone a noi più care. A prescindere da ciò che lei deciderà di fare in questa relazione, la invito a considerare la possibilità di iniziare un percorso personale per affrontare tutto quello che ha descritto nel suo messaggio.
      Cordialmente,
      LS

  • Stefano

    Buongiorno dottoressa,
    Sono stato insieme alla mia ragazza da quando ne avevo 17 anni e dopo 5 anni ha deciso di mollarmi perché non le sono stato dietro, perché non si faceva più niente insieme perché ero stanco dopo lavoro e lei preferiva uscire con i suoi amici e un po’ si vergognava di me che le stavo appiccicato solo quando mi vedeva e ultimamente per lavoro e il corso dei vigili del fuoco volontari che sto seguendo, solo 1 o 2 volte a settimana. Mi ha lasciato anche per il poco sentimento che da tempo provava, ci si vedeva solo per abitudine, io le piaccio fisicamente ancora ne sono sicuro, e ieri che ci siamo trovati l’ho fatta ridere e anche piangere per rievocare bei momenti, le ho fatto capire che sto andando avanti senza di lei. Lei vuole prendersi un appuntamento e non avere nessuno intorno soltanto amici ma l’ultima volta mi aveva detto che c’era un altro… non so come interpretare la situazione lei comunque rimane orgogliosa e seria sulle sue decisioni e obiettivi.

    • dottoressa Sticca L'autore dell'articolo

      Buonasera Stefano queste situazioni sono tipiche di quell’età. Se desidera possiamo parlarne in privato.

  • federica

    Buonasera dottoressa,
    mia mamma e mio padre hanno avuto un brutti litigio, mio padre ha preso tt i soldi e ha dormito una notte fuori, e poi è tornato dicendo che gli serve tempo per trovare un posto dove stare, nel frattempo non hanno ne parlato e ne risolto, mutismo selettivo insomma.
    Al momento è così, prendendosi tutti i risparmi, abbiamo qualche difficoltà a fare la spesa anche se lui continua a mangiare qui e mia mamma continua a cucinare e lavare.
    Come potrei comportarmi nel modo più corretto possibile considerando che io devo essere imparziale?

    • dott.ssa Sticca L'autore dell'articolo

      Buonasera Federica, la sua è una domanda molto importante. Così su 2 piedi non sono in grado di darle una risposta secca. Mi piacerebbe conoscere altri aspetti della sua famiglia per poterle dare un consiglio più preciso in merito al comportamento da adottare.

  • Lucia

    Salve ,sono una ragazza di 19 anni e lavoro come tirocinante ragioniera e da qui partono i miei problemi.Non essendo decisa su quale università fare i miei mi proposero di lavorare come tirocinante e di prendere in un futuro il posto del ragioniere prossimo alla pensione, all’inizio ero eccitata di quest’idea e non sentivo la necessità di fare l’università avendo già un lavoro.Da un po’ di tempo a venire consultandomi con i miei compagni mi ritrovo ad essere invidiosa dell’esperienza universitaria loro,li ammiro sentendo di come si organizzano lo studio ,di come parlano delle loro conoscenze ecc.So che sembrerà ridicolo poiché non avrei necessità e che l’università si fa per un lavoro che già ho e mi piace,anche se mi sento così in difetto.So anche che perderei l’opportunità di essere ragioniera e indipendente già da ora perché quest’opportunità non mi verrà data finita ipoteticamente la laurea.

    • dott.ssa Sticca L'autore dell'articolo

      Buonasera Lucia, su ogni scelta bisogna guardare sia i lati positivi che quelli negativi. Spesso in età giovanile non riusciamo a vedere le cose in modo oculato e ci serve naturalmente qualcuno che ci faccia capire come considerare i vari aspetti delle nostre scelte. Se desidera sono qui per lei.

  • Viola

    Sono una donna, ho circa 30 anni e sto vivendo ora la mia prima relazione lunga (da circa 18 mesi) con un coetaneo, inesperto quanto me. Non ho grandi esperienze in campo sessuale, insieme stiamo facendo piccoli passi graduali, rispettando molto sia l’inesperienza che il desiderio. Ieri abbiamo fatto un piccolo passo in più rispetto al solito, facendo una cosa mai praticata prima (non credo sia necessario esplicitare, ma eventualmente posso farlo in seguito), ancora preliminare, perché non abbiamo ancora mai avuto un rapporto sessuale completo. Stanotte ho sognato (e la cosa è insolita già perché io non ricordo MAI quel che ho sognato, al punto da credere di non sognare affatto) di fare la stessa cosa fatta ieri col mio compagno, ma con un’altra persona – nello specifico, il mio compagno di banco delle elementari, il “primo fidanzatino”, che non frequento da 20 anni e che ho giusto intravisto negli scorsi mesi. Non riesco a interpretare questa cosa, anche perché questa persona è assolutamente fuori dalla mia vita. Cosa potrebbe significare? Grazie.

    • dott.ssa Sticca L'autore dell'articolo

      Buongiorno Viola, ci potrebbero essere una serie di risposte alla sua domanda, legate alle sue esperienze in età giovanile. Di sicuro non è una cosa preoccupante e se desidera chiarimenti potrebbe contattarmi per un cosulto. In questi casi la psicoterapia aiuta molto, anche in campo sessuale.

    • Letizia

      Buongiorno,
      Il fatto che lei, dopo tanto tempo, abbia ricordato un sogno, è molto positivo! Tutte le persone sognano. Chi non ricorda i sogni, mette in atto una censura del ricordo del sogno per difendersi da quello che potrebbe emergere. In questo modo però viene meno l’elaborazione dei vissuti emotivi che quindi si accumulano e poi si possono manifestare sotto forma di altro. Attraverso i sogni riemerge il passato e soprattutto l’inconscio. La psicoterapia psicoanalitica è un processo di cura che avviene attraverso i sogni i quali fanno riemergere gradualmente aspetti profondi di noi stessi. Solo diventando consapevoli di questi aspetti possiamo darci la possibilità di cambiare e stare meglio.

  • Martina

    Buonasera,
    negli ultimi mesi avevo il timore che il mio ragazzo potesse tradirmi…Diciamo che per lo più erano solamente pensieri nati nella mia testa causa del rapporto sbagliato con il mio corpo..zero autostima…tante insicurezze…una vita fatta di complessi insomma..che aumentano sopratutto quando capita che il mio ragazzo si gira a guardare qualche altra ragazza.
    Lui dal canto suo non mi ha mai fatto pesare niente anzi dice che mi ama così come sono, che sono solo le mie paranoie ecc…(anche la nostra sfera intima va molto bene).
    Un po’ di giorni fa ho deciso di contattare con un falso profilo il mio ragazzo volendo vedere una sua ipotetica reazione davanti a una ragazza che ci provava spudoratamente e senza limiti con lui.
    Rimango soddisfatta dal suo comportamento…il problema, se così si può chiamare, è nato in me.
    Praticamente ho notato che tutta questa situazione mi eccitava molto….cioè io che mi spaccio per un altra persona, che flirta e stuzzica sessualmente il mio ragazzo mi eccitava.
    E quando lui diceva che non voleva più che gli scrivessi (riferendosi alla falsa ragazza) dentro di me mi dispiaceva perché volevo ancora provare quella sensazione…non so nemmeno come chiamarla…trasgressiva?…depravata?…non so come reagire a tutto questo…c’è qualcosa che non va sicuramente perché non mi sembra per niente normale.

    • Letizia

      Buongiorno,
      Si dice che per poter star bene con gli altri si deve stare bene con se stessi. Partirei da qui, invitandola a considerare che un percorso di psicoterapia individuale permette di approfondire e diventare più consapevole degli aspetti da lei descritti in modo da promuovere un cambiamento e sentirsi più in equilibrio con bisogni, desideri ed emozioni.

  • Andrea

    Salve, sono un uomo di 27 anni ho una figlia di 2 anni, con la mia ex, madre della bambina, siamo in buoni rapporti, per lei non provo più nulla non eravamo adatti l’uno all’altra e la vedo con occhi diversi. La nostra storia d’amore è durata pochi anni ma è stata molto intensa e ci siamo lasciati pochi mesi dopo la nascita.
    Da quando sono single ho frequentato alcune donne ma non sono riuscito ad avere relazioni serie importanti e durature cosa da me molto desiderata. All’inizio penso sempre che la donna che sto conoscendo sia diversa dalle altre, poi arrivo al punto della frequentazione dove inizio a farmi mille paranoie, non riesco a collocare le donne che frequento nella mia vita con mia figlia e non riesco ad immaginare un futuro con loro. Inoltre tendo a non parlare mai di mia figlia a queste donne ne a fargliela conoscere. Tengo separate le due cose. Alla fine di tutto la conclusione è sempre la stessa, cioè che mi allontano quasi come se fossi annoiato dalla relazioni avute.
    Credo che il problema di base sia mio perchè poi penso a mia figlia e mi sento di voler stare con lei e di avere già tutto e non avere bisogno di una donna. Anche se poi continuo a conoscere donne non mi precludo nulla.

    • dott.ssa Sticca L'autore dell'articolo

      buonasera Andrea, di sicuro c’è un problema di fondo, perchè non parla di sua figlia alle nuove donne che conosce? C’è probabilmente un conflitto interiore nel suo somportamento che andrebbe analizzato per comprendere le cause del suo atteggiamento. Può contattarmi quando vuole, sono a disposizione se desidera.

  • Maria

    Salve,
    Vengo da una situazione complicata che cercherò di riassumere. Ho avuto una relazione con uomo sposato per molti anni, intanto io mi sono separata dal mio ex marito. Nel mese di giugno interrompo la relazione con questo uomo, anche se di fatto continuiamo a vederci perché lavoriamo insieme. Ad agosto incontro L. un uomo meraviglioso. Con il passare del tempo i chiacchiericci delle persone e alcuni miei comportamenti sull’argomento iniziano ad insospettire L. sul mio passato. Per 6 mesi ho cercato di far accettare a L. la presenza di quest’ uomo nella mia vita (anche se ormai non c’era più nulla) avevo paura che la verità venisse fuori, non sapevo come gestire l’aspetto lavorativo, quindi gli ho mentito. Una settimana fa ha scoperto tutto. Non è andato via di casa, ma gli faccio schifo. Si sente tradito per le bugie e gli fa schifo il mio passato al punto che non riesce neanche a toccarmi, abbracciarmi o dormire con me. Non so cosa fare per dimostrargli che lui per me è stato il mio sole e ora mi ritrovo in balìa del dolore e della paura di perderlo definitivamente. È normale il suo comportamento oppure sono
    semplicemente sulla strada della rottura definitiva?
    Cordiali saluti

  • Marianna

    Buonasera dottoressa Stoicca, mi chiamo Marianna e da un po’ di tempo ho timore che il mio compagno Luca mi tradisca. Stiamo insieme da ormai 5 anni, abbiamo quasi la stessa età, io 45 e lui 47. Da un po’ di tempo però ho notato che lui non è più lo stesso. Prima era molto vicino a me, mi abbracciava, mi cercava, e chiedeva consigli. Da qualche mese lo vedo diverso. In realtà sono così ossessionata dal fatto che mi possa tradire che l’ho seguito anche un paio di volte. Con grande piacere non ho trovato nulla di strano in quei giorni. Ora non vorrei che mi stia venendo una paura che non riesco ad allontanare. Non abbiamo figli e credo che lui voglia allontanarsi da me anche per questo. Quando ne parliamo però lui mi dice che va tutto bene e che non c’entra niente questa cosa, anche se io non ci credo.
    Cosa posso fare?

  • Erica

    Buonasera dottoressa Sticca, vorrei chiedere un parere non per me ma per un mio ex. Abbiamo avuto una storia di circa 3 anni, eravamo felici e stavamo spesso insieme, io ho 27 anni, lui 32. È stata un bella esperienza fino a che mi sono accorta che per lui non provavo più quel sentimento di una volta, e pian pianino la cosa è andata sfumando. Sono stata io per prima a esporre la situazione e parlare con lui. Ma da quando l’ho fatto è cambiato tutto il suo carattere. Credo che non abbia mai accettato la fine del nostro rapporto e si sia arrabbiato più per una questione di orgoglio che altro. Comunque da quel giorno la mia vita non è più la stessa. All’inizio mi pedinava perché pensava lo tradissi con un altro, me ne sono accorta più di una volta e non gli ho detto niente. Ma io non ho nessuno ora perché volevo starmene un po’ da sola a riflettere. Ma lui non mi crede e non lo vuole capire. Spesso me lo ritrovo da altre parti mentre sono con amici o a fare la spesa. Non è un ragazzo cattivo e sono sicura che non mi farebbe mai del male. Però questa cosa mi innervosisce e non poco. Quando ho cercato di avvicinarmi a lui per chiedere spiegazioni del suo atteggiamento, mi ha risposto che mi sbagliavo e che era solo un’illusione mia. Ma le assicuro che la cosa è chiara anche alle mie amiche e ad altri amici. Cosa posso fare secondo lei? Vorrei spiegare a lui come mi sento veramente, ma sono sicura che non lo capirà. Cosa mi suggerisce di fare? Grazie.

    • Livio

      Buongiorno. Il mio problema è non saper come affrontare la situazione con una ragazza che frequento da 3 mesi, che mi piace tanto ed io piaccio a lei. Ci siamo detti e scritti migliaia di complimenti e parole “grosse”. Lei ha 40 anni io 48.. divorziata con un figlio di 13,io divorziato. Entrambi single e conoscenti da anni, ci siano rincontrati ed è scattato qualcosa di speciale. Il problema arriva adesso, lei va da un anno dallo psicologo, ha avuto un infanzia con un padre assente e anafettivo, una madre più dannosa che utile.. Divorziati poi esce da storie con uomini simili al padre dove non è stata capita, dove è stata trattata male psicologicamente, ha blocchi affettivo e paure con pensieri intrusivi del passato. Arrivo al punto, incinta me, che nonostante i miei difetti mi ritengo una brava persona, affettuoso, romantico, gentile che adora la comunicazione.. Non dico di essere perfetto, ma di sicuro non come i suoi ex. E niente, al lavoro le cambiano una mansione di cui lei ha paura e va in panico. Si è bloccata emotivamente.. Me lo ha detto, vuole la sua indipendenza (mai negata da me, anzi) non ha più desiderio sessuale.. Insomma dall’oggi al domani (nell vero senso della parola) è fredda, distaccata. Le ho detto di prendersi i suoi tempi, non la sento da 4 giorni e non le scrivo nulla e lei non mi scrive nulla. Sta dedicando le sue energie al lavoro e nonostante è nei momenti, le frasi il fatto che “tu non sei come gli altri, finalmente un uomo con cui sto bene”… È come se fosse un altra. Non vuole essere aiutata se non dal suo psicologo.. Io rispetto questa decisione ma… Che posso fare? O cosa non devo fare? Sono in pò disperato, stavamo da dio fino 4 giorni fa… Help.

  • Valeria

    Salve,io nel 2019 lessi che per digerire bene bisognava masticare lentamente e da quel giorno feci cosí,ora pero non so piú masticare naturalmente e mi sento sempre isolata in un mio mondo,cosa posso fare per tornare a masticare naturalmente e rientrare nel mondo reale??

    • Letizia

      Buongiorno,
      le difficoltà di cui parla posso rappresentare la parte più esterna, la cosiddetta punta dell’iceberg.
      Per capire cosa c’è in profondità che alimenta tutto questo, è necessario scoprire la parte sommersa.
      Si inizia con dei colloqui preliminari di consulenza psicologica (solitamente 3-4) e in base a cosa emerge
      si definisce l’eventuale percorso di psicoterapia.
      Cordialmente,
      LS

  • Francesca

    Salve,io nel 2019 lessi che per digerire bene bisognava masticare lentamente e da quel giorno feci cosí,ora pero non so piú masticare naturalmente e mi sento sempre isolata in un mio mondo,cosa posso fare per tornare a masticare naturalmente e rientrare nel mondo reale??

  • Damiano

    Salve, mi sono imbattuto nel suo sito per caso. Le spiego la mia situazione velocemente,mi chiamo Damiano, 29 anni, lavoratore, forze armate da 10 anni. In più anche studente universitario(uni telematica) da circa 2anni. Ho una relazione(7mesi) che ha alti e bassi, 3 anni fa ho perso mia madre per un cancro e questo mi ha distrutto psicologicamente. Tra tutte queste sfere della mia vita non ne va bene una, con il lavoro desidero ormai congedarmi, ho perso tutte le motivazioni, mi accorgo solo ora che io in quel contesto non centro nulla. Con l’università in circa due anni avrò dato 4-5 esami, metodo di studio inesistente e continui dubbi sulle mie capacità. Insomma alla soglia dei 30 praticamente non ho nulla di certo sul mio futuro, mi sembra di essere ritornato ai 20. Ovviamente in questa situazione di incertezza mi rivolsi ad uno psicologo due anni e mezzo fa, cercando speranze. Nel frattempo ne ho cambiati 3, con quest’ultimo le cose vanno leggermente meglio ma comunque la mia vita non prende la direzione desiderata.(mi ha diagnosticato uno stato depressivo). Quello che le vorrei chiedere , e che è la cosa,tra tutte, che potrebbe darmi una svolta è: secondo lei come si può dare una svolta nello studio, perchè si fa tanta fatica a studiare nonostante le motivazioni? e soprattutto, come si può trovare il metodo di studio adatto a noi ?

  • Valeria

    Salve sono una ragazza di 22 anni che ha sofferto di bullismo,qualsiasi cosa facessi dal semplice fare il segno della pace con le dita,canticchiare o fischiare,mi dicevano “guardate Valeria cosa ha fatto” e io mi bloccavo e non feci piú niente per paura che mi dicessero qualcosa,tutt’ora a 22 anni quando mi viene da canticchiare o fischiare non lo faccio per paura che la gente mi dica qualcosa. Volevo cercare una terapia che mi aiutasse a sbloccarmi.

  • Claudia

    , sono una ragazza di 25 anni e frequento già da qualche mese uno sport che mi piace tanto: badminton. Mi diverto e mi sono trovata a mio agio solo con le persone che non mi criticano costantemente se sbaglio un passaggio tecnico del gioco, ma questo loro atteggiamento mi fa sentire ancora più insicura in campo, durante il gioco, quindi più predisposta a sbagliare e più cerco di non pensarci, più mi distrae dal mio gioco il loro modo di fare. Spesso le critiche vengono espresse anche in maniera colorita usando parole come ca*** fai così, oppure mi viene detto che faccio una cosa giusta per poi subito dopo ribadire però con maggiore enfasi maggiormente le cose che sbaglio. A me non piace questo linguaggio perché penso che ci siano dei toni giusti e appropriati per esprimersi, quindi quando sento questo toni, mi arrabbio e piango interiormente. Cerco di trattenermi dal rispondere d’impulso arrabbiata perché non mi sento a mio agio ad esprimere questo disagio che mi fanno provare davanti a loro. Allo stesso tempo però se accumulo troppo cerco di allontanarmi o diminuire l’interazione con le persone in questione ma non sembra funzionare tanto nemmeno questo. Vorrei solo giocare sentendomi tranquilla, a mio agio e libera di poter giocare con i miei tempi e le mie capacità. Cosa posso fare per giocare secondo queste ultimi desideri ? Come dovrei comportarmi? Come detto prima , accumulando poi tendo a sfogarmi quando nessuno può vedermi piangendo e confidandomi con qualcuno che so che può comprendermi.

    • admin L'autore dell'articolo

      Buonasera Claudia, lei ha perfettamente ragione riguardo a come si sente in determinate occasioni. Ma le assicuro che una volta capito il meccanismo interno potrà vivere relazioni più serene e in tranquillità.
      Mi può contattare quando desidera.

    • Letizia

      Buongiorno,
      naturalmente non c’è una risposta preconfezionata o una soluzione istantanea al problema.
      Quello che posso dirle è che queste difficoltà le riscontra nello sport ma appartengono alla relazione con gli altri.
      Per capire come funzioniamo con gli altri dobbiamo prima capire come funziona la nostra mente, come e perché siamo diventati nel modo in cui siamo.
      Prendere atto di tutto questo ci aiuta a promuovere dei cambiamenti e a non ripetere comportamenti disfunzionali. Per farlo, la strada da prendere è quella della psicoterapia, un trattamento sanitario non farmacologico basato sul colloquio clinico che permette la rimozione dei sintomi e la conoscenza e la crescita di noi stessi.

  • Eliana

    buongiorno, vi scrivo perché ho bisogno di un parere esperto riguardo la fine della mia relazione e per avere consigli in merito. a inizio dicembre, il mio ormai ex ragazzo mi ha lasciata dopo una relazione di quasi quattro anni perché non sta bene con se stesso in seguito a una crisi lavorativa esplosa nel periodo estivo. tutto va bene, noi non abbiamo mai avuto motivo di litigare, perfettamente sempre in sintonia sotto tutti i punti di vista. il punto critico della sua crisi arriva negli ultimi tre mesi, anche due, estivi quando lui mi dice che non riesce a guadagnare niente di che e pensa seriamente di andare via e trovare lavoro al di fuori. sembrava aver trovato un’altra opportunità differente qui di cui era entusiasta, dove entrambi viviamo, ma all’improvviso sfuma e non può più concretizzarsi. a quel punto, mi dice che sta pensando seriamente di andare via per trovare lavoro. ci tengo a precisare che io l’ho sempre supportato, ascoltato, consigliato senza mai imporre il mio punto di vista ovviamente e gli ho sempre detto che anche se saremmo ritornati distanti, io ci sarei stata per lui e che l’avrei sostenuto. decide quindi di spostarsi a Bologna. durante questa crisi (che chiaramente dura tutt’ora) ho notato dei suoi atteggiamenti diversi, delle volte, nei miei confronti, ma non ho mai detto nulla (se non delle battute per fargli rendere conto tra le righe di questi momenti) nonostante ci rimanessi male perché comunque non volevo mettere altra carne a cuocere in una situazione per lui già molto complicata e quindi volevo dargli serenità e tranquillità e non altri pensieri e preoccupazioni o diventare assillante. sono sempre stata molto comprensiva nei suoi confronti e non perché sia io ma tutti mi hanno confermato, lui per primo, che io non ho sbagliato nulla nel mio atteggiamento con lui ma mi sono sempre comportata benissimo. arriviamo a metà agosto, mi fa capire che ha dei pensieri riguardo la nostra relazione, è molto confuso e mi chiede se una volta che lui si sarà stabilito a Bologna io avrei preso in considerazione l’idea di salire da lui e stare insieme e gli rispondo di si anche se sapevamo entrambi che i miei sono contrari, in quanto contrari alla convivenza, ma come per ogni cosa affrontata insieme, gli dico che insieme ce la possiamo fare. ci tengo a precisare che durante le tre volte in cui è uscito fuori il discorso (è uscito anche in seguito, la quarta volta mi ha lasciata) io non ho mai provato a convincerlo perché gli ho sempre detto che doveva essere lui quello convinto e tutte e tre le volte lui mi ha detto di sì e siamo andati avanti. io ho sempre cercato di aiutarlo a parlare e ad aprirsi, gli ho fatto delle domande per capire e per arrivare ad un punto insieme perché ritengo che lui si sia chiuso in se stesso ed è come se avesse sviluppato un atteggiamento di apatia verso tutto. ne parliamo una seconda volta di persona poco prima che lui parta e dopodiché una terza volta a metà novembre fino agli inizi dicembre quando lui decide di lasciarmi. inoltre durante questi momenti, lui mi dice “voglio vederti, quando mi arriva lo stipendio ti prendo il biglietto e vieni” insomma mi dice cose importanti che poi mi ha detto che diceva per vedere se cambiava qualcosa anche se non capisco come poteva vederlo se non praticamente (io poi da lui non sono più salita perché avevamo chiarito e ci sarei andata di natale dato che c’era il rischio che non scendesse). in questo tempo prima di vederci, ci siamo visti il 27, io non gli ho mai mandato niente per dargli il tempo di riflettere perché tra l’altro io avrei voluto delle spiegazioni e un discorso una volta che ci saremmo visti di persona, dato che in videochiamata questo discorso non me l’ha saputo fare. una settimana dopo lui mi ha chiesto come io stessi, si è preoccupato se stavo uscendo per svagarmi o se mangiassi, mi ha detto che si sentiva in colpa per quello che mi stava facendo passare e “se potessi farti stare bene, lo farei te lo giuro”, la conversazione finisce con un suo messaggio. a pochi giorni dal suo rientro gli ho mandato un messaggio io dove gli facevo notare una cosa che era successa recentemente in un gruppo whatsapp che mi aveva dato molto fastidio (non riuscivo a tenermi anche questa dentro) discutiamo per poco e alla fine mi chiede scusa che io accetto. gli scrivo per vederci dato che la mia priorità era fare questo confronto e finalmente ci vediamo, lui mi conferma l’analisi che avevo fatto io ovvero che non sta bene con se stesso e mi dice che non vuole nessuno al suo fianco, vede solo il lavoro e basta. addirittura mi dice che una volta che la fidanzata del suo amico con cui ha la casa a Bologna, era salita sopra, a lui dava fastidio vedere atteggiamenti affettuosi normali tra due fidanzati ecco perché dico che é come se fosse apatico. mi ha detto che quello che ha sbagliato è lui, che si sente in colpa e che sa benissimo che una ragazza come me non la troverà mai più. io gli ho detto che per me non ha saputo gestire la situazione o quanto meno non ha neanche cercato di farlo perché la cosa che più io non accetto è che io ci sia andata di mezzo e non accetto il fatto che una sua crisi personale l’abbia portato a mettere in dubbio la sua relazione quando non c’era nessun motivo per farlo precedentemente. io gli ho espresso la mia delusione e mia incazzatura, per me lui era la persona più importante e avevo una considerazione altissima di lui e non ho accettato di rimanere in buoni rapporti per tutto quello che ho detto prima. cosa ne pensate? io penso che sia solo un momento e che adesso non è sicuramente lucido. soprattutto nel momento in cui lui riconosce il mio valore quando dice “una ragazza come te non la troverò mai più” perché accetta di perdermi, lasciandomi, e non si impegna a fare di tutto per migliorare e superare la situazione?

  • anna

    buonasera dott.ssa , ho 40 anni e vivo una situazione familiare molto difficile. 5 anni fa nel 2018 abbiamo avuto una profonda crisi con mio marito dovuta al fatto che sono venuti fuori dei miei tradimenti che io stessa ho confessata. si tratta di 2 persone diverse, colleghi di lavoro, 2 anni in cui ero alla ricerca di tranquillità e la ricercavo altrove. Nonostante siamo rimasti insieme e abbiamo cmq fatto dei progetti insieme, acquisto casa al mare trasferimento in nuova abitazione, mi sono annullata in tutto ..oggi ancora insulti , brutte parole per offendermi, rinfacciandomi continuamente tutto come se fosse il primo giorno. io vivo una condizione di continua paura di fare la cosa sbagliata , ho paura anche solo di fare una telefonata di mandare un msg , non ho più una vita sociale se non sotto controllo . l’unica salvezza è il mio lavoro..in cui cmq mi devo limitare in tutto sempre con molta paura. Credo che così non sarà possibile andare avanti , credo che devo trovare una soluzione . Mi dispiace perché abbiamo un bambino di 10 anni che vorrebbe vederci uniti..ma non penso sia più giusto che mi venga rinfacciato tutto continuamente. Potreste darmi un consiglio.su come comportarmi?

    • Letizia

      Buongiorno,
      come psicologa psicoterapeuta non fornisco consigli sul comportamento da seguire ma aiuto i pazienti a riflettere su emozioni, paure, bisogni inconsci che alimentano i loro comportamenti (come ad es. accettare la situazione insostenibile che ha descritto). L’invito che le faccio è quello di prendere in considerazione un percorso di psicoterapia che possa accompagnarla, supportarla e aiutarla ad affrontare la sua difficile situazione familiare.
      Se desira ulteriori informazioni può contattarmi telefonicamente al numero 320 4121309
      dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17. Se sono in seduta e non posso rispondere
      sarà mia premura richiamarla.
      Cordialmente,
      LS

  • Anisia

    Buongiorno, un paio di anni fa mio figlio di 16 anni, senza apparente motivo, e senza nessuna spiegazione, è stato improvvisamente escluso dal suo gruppo di amici. Nessuno ha mai risposto alle sue richieste di spiegazioni, anzi, quando lo vedono fanno finta di non conoscerlo. Ora si è fatto nuove amicizie, ma come comprensibile, è sempre molto guardingo e non intende fidarsi di nessuno. Non so se è giusto da parte mia, cercare di cambiare questo suo atteggiamento, perché, se da un lato mi dispiace che non possa avere un rapporto sincero con altri coetanei, dall’altro capisco la sua diffidenza

    • Letizia

      Buongiorno signora,
      capisco la sua preoccupazione e da psicologa psicoterapeuta mi sento di dirle che potrebbe chiedere a suo figlio se quanto successo ha creato in lui delle difficoltà e se sente il desiderio o il bisogno di ricevere uno aiuto per affrontarle. In tal caso si posso svolgere dei colloqui iniziali per comprendere meglio l’area del problema ed eventualmente iniziare un percorso di psicoterapia.
      Cordialmente,
      LS

  • Emma

    Salve, da un po’ parlo con un’altra versione di me stessa (più forte/“debole” a seconda dei casi) ad alta voce. Passo dal piangere forte ed esprimere le mie emozioni a diventare apatica per aiutare l’altra, diventano molto più fredda e concreta. Intendo un cambiamento radicale nel giro di secondo. Potrebbe essere legato al disturbo borderline? o addirittura al bipolarismo?

  • Gloria

    Io nutro fastidio che una ragazzina (parente di mio marito) mi incontra e mi chiami zia non la frequento non trovo giusto essere chiamata zia .ma gradirei solo un saluto è normale che mi crei fastidio …?

  • Daniele

    Salve Dottoressa, mi chiamo Daniele ed ho 50 anni.
    Sono sofferente per via della relazione che ho con mio fratello maggiore. Lo vedo tutti i giorni in quanto lavoriamo insieme e in quanto abbiamo le abitazioni contigue. Lui ha una modalità di relazionarsi con me che mi logora. Più volte ho espresso il mio disagio ma lui stoltamente continua a reiterate gli stessi comportamenti. Ha l’abitudine di ripetere e riprendere quello che dico io, di parlare delle cose che faccio o sento io come se fossero anche sue, e addirittura, come capitato proprio oggi, di copiare una mia sofferenza, ho avuto un grande dolore alla schiena che mi ha bloccato a letto, una volta rimesso in piedi e tornato al lavoro, lui ha detto che anche a lui era tornata la sciatica, accumulandosi ancora a me. Ero certo che l’avrebbe fatto. Si chiama Enrico, lo odio quando fa ‘così. Mi sento derubato della mia storia, identità e persino della mia sofferenza. Poi mi sento pure in colpa per provare questa rabbia, insomma oltre il danno la beffa……
    Grazie

  • Alessia

    Buonasera,sono ormai settimane che penso di essere una fallita,di aver buttato in tutti questi anni soldi,tempo.Non sono soddisfatta della mia piatta vita fatta di lavoro(che amo)di casa,e poche uscite.Ho 50 anni e mi sembra che la vita mi stia sfuggendo senza fare niente.Vorrei essere libera,scappare cambiare città e gente.Mi preoccupa il fatto che vedo e invidio la vita degli altri pensando sia più bella della mia.Sono confusa e stanca,penso sempre (se tornassi indietro)…..Grazie dell’attenzione.
    Alessia

  • Sophia

    Salve sono Sophia, ho 36 anni compiuti da poco e devo capire una cosa.
    Premetto che sono fidanzata da 20 anni con una persona ma, da un po’ non so se ne sono innamorata ancora.
    Da qualche mese ho conosciuto un ragazzo, amico della compagnia che frequentiamo con il mio fidanzato.
    Per farla breve sono attratta da questo ragazzo e credo che lui flirti con me, ma non sono certa al 100%.
    L’ho visto in tutto 4 volte. La prima volta, quando mi è stato presentato, ho notato che mi guardava, quasi fissava. Sentivo proprio uno sguardo addosso e quando mi giravo i nostri sgiardi si incrociavano.
    La seconda volta stessa cosa, ma era più sciolto e mi rivolgeva di più la parola. La terza, eravamo ad una cerimonia; eravamo in tavoli separati ma, al mio tavolo un posto era libero e, si avvicina lui dicendo di volersi sedere là. Per tutto il giorno cercava, io credo, pretesti per capitare vicino a me. In un momento di relax si è anche seduto accanto a me in un divanetto a due posti. Per il resto al solito lo “beccavo” a fissarmi e ha anche fatto una battuta rivolta a me, riferita alla prolissa ceriminia. Al fine della stessa ci salutiamo con dei baci ma poco dopo si avvicina e chiede a me e al mio ragazzo se potevamo dargli un passaggio, poi non è venuto con noi, la giornata si è conclusa così e con me che lo ha pensato per tutta la notte e i giorni successivi.
    La quarta e ultima volta che ci siamo visti, qualche sera fa a cena con la stessa compagnia, io ero da sola, senza il mio fidanzato. Quando il ragazzo in questione arriva mi saluta da lontano come prima cosa, poi entra nella sala e si siede al tavolo. Io mi alzo per dare una mano in cucina e lui mi fa un sorriso enorme e un saluto, anche se poco prima mi aveva salutata. Io ricambio. La sera continua tranquilla, mi chiede dove sia il mio fidanzato, e durante i miei tragitti dalla cucina alla sala è l’unico a porgere attenzione alle mie domande, tanto che glielo faccio notare e risponde dicendo che è il più affamato. Per tutta la sera, come sempre continua a guardarmi e interagisce sempre di più con me. Finchè al momento del dolce vengono portare sul tavolo due torte. Qui lui mi chiede come sono scherzando sul fatto che le abbia fatte io, io sto al gioco e lo assecondo, lui mi sorride dolcemente e per un piccolo attimo abbassa anche lo sguardo.
    Fine serata mi saluta e nel momento in cui me ne vado noto che mi guarda con uno sgardo che definirei “affranto”.
    Questo è quanto.
    Io credo che ci sia un interesse reciproco e che lui flirti con me senza interessarsi del fatto che sia fidanzata.
    Chiedo perciò aiuto nel capire se questa cosa è solo una mia fantasia i c’è un qualche interesse da parte sua e, quindi poter così far decidere a me stessa, anche se non sarà facile, cosa fare.

    Grazie tante per l’attenzione

  • Alessandra

    Buonasera, scrivo per chiarire alcuni dubbi sulla mia relazione. Il mio ragazzo mi ama, ma molto “a modo suo”: è una persona che fa quello che gli va, senza crearsi troppi problemi. Fin qui ok, perché è libero di gestire la propria vita come meglio crede. Il punto è che questo suo atteggiamento si riversa anche nella relazione. Lui mi ha sempre chiesto di accettarlo per com’è. Ha fatto dei progressi nel tempo, ma di fatto non si può dire che sia cambiato. Ora è stato invitato alla festa di un mio amico, ma non vuole accompagnarmi perché non gli interessa la persona in questione e non gli va. In altri contesti a lui più graditi ha presenziato. Questo, a Suo parere, è un motivo sufficiente per mettere in discussione la storia? È strano non essere sempre in coppia negli eventi e nelle occasioni “importanti”? Siamo due persone abbastanza adulte. Grazie.

  • Ane

    sono Ane e sono in prima liceo, questo è il mio terzo anno qua in italia, sono passati tre giorni dall’inizio della scuola, il primo giorno ero felice anche se sono stato bocciato l’anno scorso allo scientifico, quando sono entrato un classe ho cercato du fare amicizia ma mi sentivo escluso, il secondo giorno era peggio, tutti hanno fatto amicizia e hanno il compagno di banco tranne me, sono seduto da solo, sto iniziando ad odiare la scuola per colpa loro, sono molto timido, non so come iniziare un discorso, non parlo l’italiano bene, a volte dico fa niente se non farò amicizia l’importante che prendo dei bei voti e di essere il piú bravo della classe, non so cosa fare, aiutaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaatemi per favore, ho bisogno dei vostri consigli

  • Odalisca

    Salve,
    vorrei per cortesia un parere su un uomo che da anni mostra in modo ambiguo interesse nei miei riguardi.
    Ho creduto facesse finta solo per la conquista, sebbene non ci sia mai stato nulla di fisico, per mio volere. Fin da subito mi ha dichiarato di essersi innamorato, per la prima volta, e mi ha proposto dopo qualche incontro, in cui mi ha parlato tantissimo di sé, di andare a vivere insieme, fare un figlio, dal momento che incarnavo la donna della sua vita.
    Gli ho chiesto un po’ di tempo per approfondire la conoscenza, quando ho capito che non scherzava.
    Ci siamo visti ancora, sempre senza contatti fisici. ma per poco. Si era dato un tempo, in cui non mi sono innamorata, anche se è avvenuto a breve, come comunicatogli. Nel frattempo ha messo un muro di freddezza impenetrabile, escludendomi del tutto. Ho tentato con pazienza, dolcezza e vari modi, perfino con amici comuni, sapevo mi sparlasse dietro con cose velenose e percepivo che mi faceva il vuoto attorno, anche a livello professionale.
    Ho perdonato ed ingoiato, ma inutilmente. Alla fine non mi sono fatta più trovare. Passati anni sono ricomparsa, anche in compagnia di qualche amico, che mi corteggiava. Piangeva, chiedeva ad amiche comuni se fossi impegnata, tentava contatti e cosi mi sono intenerita ed ho consentito riprendesse i rapporti. Mi diceva che saremmo usciti, ma procrastinava, fino a quando mi ha bloccata su certi social, accusandomi di fatti irreali, di aver messo in giro voci ed altre cose squallide. Nonostante la profonda sofferenza, ho reagito difendendomi da tante cattiverie e l’ho messo più volte all’angolo. Da allora ha alternato fasi in cui mi adora ed altre in cui mi tratta come una stalker da denunciare, in pratica mi tiene legata mentalmente, ma solo in modo platonico, perché se tento la via del reale divento un pericolo.
    Attualmente mi sono tirata nuovamente indietro e vorrei sapere cosa aspettarmi. Credo sia sincero nei sentimenti verso di me e che abbia un blocco che lo terrorizza. Vorrei per cortesia un consiglio. Grazie e distinti saluti

  • Cristina

    Buonasera,
    Scrivo in quanto in gravidanza ho scoperto un tradimento da parte di mio marito con una sua amica di vecchia data. Per una serie di motivi ho sempre sospettato che ci fosse qualcosa di più e mi sono seriamente insospettita quando mi sono accorta che lui cancellava le chat con lei nonostante con nonchalance lui l’ha sempre nominata come persona con la quale si sente spesso. Quando ho scoperto la tresca ho imposto che lui troncasse e sembrava lo avesse fatto ma in seguito ho appreso alcune confidenze a terzi in cui parla di sofferenza per questo allontanamento ma non a causa mia. A quanto pare l’amante lo ha fatto soffrire, pur pubblicando degli stati WhatsApp a mo di frecciatine. Mi ha fatto terribilmente male dopo aver superato il tradimento apprendere certi risvolti sentimentali. Ora Mio figlio ha tre mesi e non ho affrontato nel dettaglio l’argomento con mio marito perché non voglio che sappia che lo controllo. Ultimamente però mi sono accorta che lui visualizza gli stati WhatsApp di lei il che mi fa pensare che qualsiasi screzio abbiano avuto lo abbiano risolto. A volte cerco di affrontare la questione con lui dicendo che ho bisogno di alcune risposte per accantonare definitivamente l’accaduto ma lui reagisce in attacco e prova quasi a minimizzare come se fossi io ad avere ingigantito. Io questa cosa la interpreto come un voler difendere a tutti i costi questa amicizia per continuare a fare quel che vuole. Smette di arrampicarsi sugli specchi quando gli ricordo cosa realmente ho scoperto. Io non voglio far scoppiare un casino per questo motivo non ho cercato lei e sto provando in tutti i modi di recuperare la relazione sia perché lo amo, sia perché abbiamo un bimbo piccolo fortemente voluto da entrambi. Lui per tranquillizzarmi si mostra affettuoso e pieno di attenzione e di desiderio ma io ho sempre il dubbio e la paura. Cosa posso fare per rendere l’amante meno desiderabile ai suoi occhi? Come posso stimolare un suo interesse autentico nei miei riguardi risvegliando quei turbamenti e quella insicurezza che provava all’inizio della nostra relazione? Lui ha un’alta considerazione di sé, molte corteggiatrici, e sembra aver dimenticato che quando ho scelto di frequentare lui avevo letteralmente la fila di pretendenti

  • giovanni

    NON ESSERE CERCATO è SINONIMO DI ESSERE SOLI?
    .
    salve dottoressa, in questo periodo pensavo di avere un po di persone con cui si è legato un legame abbastanza forte, non da definirli amici ma quasi
    tuttavia in un momento di debolezza qualche giorno fa, mi sono detto “faccio una prova, non scrivo piu a nessuno e vediamo se qualcuno mi cerca” , beh ormai è passata piu di una settimana e nessuno si è fatto vivo
    .
    pero poi c’è un’altra parte di me che mi dice “beh posso cercare io le persone, poi se a loro non interessa sentirmi non mi rispondono” tuttavia penso che se una persona fosse interessata a me mi cercherebbe no?
    .
    come mi consiglia di affrontare la linea sottile tra dare fastidio alle persone e il fare in modo che per loro sentirmi sia un piacere?
    anche solo per un come stai mica chiedo la luna
    grazie mille per il suo tempo

  • Chiara

    Salve Dott.ssa Letizia, da circa due anni mi sono imbattuta in una relazione con una donna. Inizialmente lei era fidanzata con un ragazzo dopo circa un’anno di relazione clandestina riesce a porre fine a la sua vecchia storia. Il problema nasce quando lei decide di stare con me, sento che le mie abitudini e il mio stile di vita non le vadano mai bene, ritiene che sia una persona troppo socievole, mondana, ultimamente litighiamo su tutto lei ritiene che io non sia una persona che sa stare nelle relazioni di coppia nonostante io sto cercando di cambiare il piu possibile per evitare tutti i litigi. Lei è una persona molto gelosa, ad esempio se ho un’amicizia che sia maschile o femminile nasce sempre un problema, se vado a far serata piu volte in una settimana nasce un problema, capisco anche il suo punto di vista ma lei non vuole fare tante attività con me per via del suo lavoro troppo stancante, di conseguenza mi ritrovo sempre a dover fare le cose da sola o in compagnia di altre persone. Spesso ho espresso il desiderio di averla di piu nella MIA vita, ma c’è sempre stato un’attacco da parte sua dicendomi che io non apprezzo nulla. Ultimamente sento di sentirmi con il fiato sul collo, e di non fare la cosa giusta ai suoi occhi. Ce anche una forte mancanza di fiducia da entrambe le parti per via del precedente anno in cui lei stava impegnata in un’altra relazione e io in un piccolo frangente di questa storia ho avuto un flert con un’altra persona. Sento che questa storia per via della poca comunicazione e comprensione stia per finire, si comincia a vedere solo il marcio da entrambi le parti.. eppure tra di noi ce sempre stata una forte complicità, ultimamente sento che i miei sentimenti stiano cominciando a vacillare ma ancora non voglio perdere questa persona, perchè dopo tanto tempo sono riuscita a riprovare un qualcosa di sincero. Consigli?

  • v

    Buonasera,
    vi scrivo per esporre il mio problema:mio padre,da 4 anni a questa parte(2018),soffre di depressione maggiore.Prima di quell’anno,quando ero nel pieno dell’adolescenza,mio padre,oggi quasi 60enne,che svolgeva la professione di docente,sembrava un uomo felice,assai attento all’aspetto del corpo,costantemente alla ricerca di nuove attività da intraprendere.Dal 2017 mio padre ha cominciato a svolgere delle attività scientifiche di un certo livello(convegni,ecc.) in tutta Italia..fu molto coinvolto da questi suoi progetti,tanto da non dormire la notte per dedicarsi al perfezionamento della sua attività…un giorno dell’estate 2018,mentre eravamo nel ristorante dell’albergo al mare,il piatto tarda ad arrivare e mio padre,in preda alla fame, va in crisi totale..non ricordo precisamente cosa successe;all’ apparenza mio padre non piangeva o urlava,ecco,ma dovemmo repentinamente fare le valigie e tornare a casa.Da quel giorno in poi,il padre scherzoso e gioviale che finora avevo conosciuto smise di esistere.Scoprimmo che mio padre aveva fatto assunzione di farmaci antidepressivi da circa un mese(per quale precisa ragione è ancora un mistero),e che la ragione di questo malessere fosse il suo timore di avere un tumore e delle ricerche pseudoscientifiche,secondo il suo racconto;furono consultati da allora alcuni psichiatri e una psicologa,la quale,in sole due sedute,perché mio padre si rifiutò poi di continuare la psicoterapia,lo diagnosticò,in maniera informale,con disturbo di personalità borderline;nell’ottobre dello stesso anno mio padre assunse una dose di Xan. eccessiva tanto da portarlo a non reggersi in piedi e a non controllare la sua minzione;dall’ ottobre 2018 al settembre 2021 papà ha continuato ad essere depresso,rifiutando assai spesso di partecipare agli eventi sociali,non andando a scuola,vivendo una vita assolutamente sedentaria tranne i momenti in cui doveva accompagnarmi a scuola e piccoli incontri con i fratelli,oltre ai 14 giorni di vacanze estive a luglio.Da settembre dell’anno scorso,mio padre ha cominciato,circa una volta a settimana,ad avere lunghe crisi di pianto,a dichiarare i suoi istinti suicidi(lo fece solo all’inizio della sua malattia,”vorrei puntarmi una pistola alla testa”,disse) e a rendere la vita domestica assai complicata,perché ogni parola mia e di mia madre critica nei suoi confronti può causare una crisi..mio padre ha avviato un processo di pensionamento,dato il rischio di licenziamento dovuto alle sue reiterate e continue assenze scolastiche, in anticipo dall’anno scorso,che lo ha portato al traguardo della pensione circa un mese fa.Ora piange perché si sente inutile,dice che mia madre non lo ama più,che guadagnerà troppo poco,dice che i suoi istinti suicidi sono troppo forti ma che non lo farà per non farmi soffrire.Abbiamo cercato di cambiare psichiatra,ma mio padre rifiuta costantemente di recarsi da un nuovo psichiatra,ma anche dal dottore che lo cura, perché dice che i suoi problemi sono esclusivamente relazionali,che sono dovuti al suo sentirsi “grasso”(la sua sedentarietà l’ha portato a ingrassare)e che “non è un pazzo”..si rifiuta di andare da uno psicologo,perché gli psicologi sono “strizzacervelli”,si rifiuta di andare a correre così da perdere peso..la sua situazione è addirittura peggiorata rispetto al passato,ma sembra impossibile trascinarlo fuori..come fare?

  • Anna

    Buongiorno
    Ho un ex marito che – nonostante i miei tentativi di farlo ragionare – è sempre stato quasi del tutto assente fisicamente (giusto un breve saluto ogni tanto e ogni giorno solo una brevissima telefonata la mattina e una la sera). Non l’ho mai criticato davanti alla bambina (ora quasi di 12 anni) e lei gli vuol bene e dice che le manca. Ora ho scoperto che lui ha da tempo un’altra famiglia e un altro figlio (ma non ha intenzione di rendere nota la cosa). Cosa posso dire a mia figlia quando dice che il padre le manca? Vorrei aiutarla a dargli meno “importanza”, a concentrarsi su ciò che c’è e chi per lei c’è, anche perché io ho un compagno molto affettuoso e presente e lei lo tratta malissimo.. Grazie per l’attenzione

  • Laura

    Sono in terapia da mesi, ultimamente il mio terapeuta, quando ci troviamo a fissare la seduta successiva, dice di essere occupato per la settimana dopo. Sono circa due mesi che la frequenza delle mie sedute si è ridotta notevolmente a 2 volte a settimana anziché 4. I motivi sono: ferie, festività, aggiornamenti o “non ci sono”. C’è da dire che nelle ultime settimane ho iniziato un lavoro dove i turni sono aggiornati ogni settimana e questo rende difficile continuare a fissare l’appuntamento nel giorno che avevamo stabilito di vederci. Di questo ho comunque parlato con il mio terapeuta che mi ha rassicurata dicendomi che avremmo trovato una soluzione. In terapia sono perchè ho difficoltà a gestire “l’abbandono” e trovo assurdo che proprio il mio terapeuta mi faccia vivere queste situazioni. Ho pauar che tra noi non ci sia una buona alleanza terapeutica, a tratti ho stima, a tratti repulsione nei suoi confronti. E spesso provo una forte tensione sessuale.

  • cecilia

    Sono da due anni con una persona un pò più giovane.
    Per un pò non ha lavorato, e io invece lavoro e mi pago l’affitto la vita e tutto.
    durante il periodo in cui lui non ha lavorato è sempre stato gentile, forse aiutato dai suoi, offerndomi qualche cena, l’autostrada per raggiungere i posti.
    adesso lui ha trovato un lavoro dove prende uno stipendio uguale al mio, solo che io ho il costo affitto, le tasse perche sono libera professionista e il vivere.
    Lui non intende prendere casa insieme perchè costa troppo, a suo dire, , per me invece sarebbe uguale come spesa, ma lui intende venire da me e farmi la spesa -, che poi io in parte rifaccio perchè non sono cose adatte a me.
    – senza pagare l’affitto.
    In vacanza quando io pagherò quel mese l’affitto, che è sostanzioso, io dovrò sostenere esattamente la metà dei costi, io pensavo lui si sarebbe offerto di offrirmela, visto che vitto e alloggio non sono a suo carico.

    Non vuole figli ora perchè dice che si fanno solo quando si hanno sicurezze economiche.

    Io sono indecisa, non ha mai avuto un fidanzato, ma ho sempre vissuto benissimo sola, e con il lavoro sono molto più caricata e a volte non riesco a coniugare le due cose.
    non riesco a fare come le altre donne e non credo ci riuscirò mai.
    E’ una persona preziosa, ma nel bilancio, sto togliendo al lavoro per essere con una persona che pone questi limiti, che mi fanno dubitare.

    E’ molto geloso, io sono sempre stata una persona modello, ma ho un corpo un pò provocante, e non posso essere responsabile del comportamento a volte sbagliato altrui.

    non mi ha mai fatto conoscere i suoi amici solo la famiglia.

    Sono molto confusa, dopo tanti anni volevo trovareun equilibrio, che la mia vita non fosse solo lavoro, ma vedo che è una questione in più che non so come gestire. Se ascoltassi me lascerei perdere e mi concentrerei sul costruirmi un futuro che è nelle mie mani e davvero dipende da me, ma perdere una persona preziosa mi fa riflettere, sulla scelta
    Attendo cortese risposta grazie

  • Mariangela

    Buonasera dottoressa, vorrei che trovasse una risposta al mio problema, o che almeno mi dia un consiglio. Sono molto innamorata di mio marito, ma ho conosciuto sul lavoro un altro uomo molto interessante che mi ricopre di attenzioni e mi fa stare bene, almeno in ambito lavorativo. All’inizio non lo conoscevo bene e c’era solo il saluto. Da quando abbiamo avuto modo di parlare durante una pausa pranzo ha cominciato a farmi un certo effetto. Ripeto: sono sposata e ho un figlio, ormai maggiorenne. A volte mi sento così attratta da quest’uomo da sentirmi a disagio se siamo vicini.
    Secondo lei cosa mi sta succedendo. Ho 53 anni e non avrei mai pensato di sentirmi come una ragazzina.
    La ringrazio in anticipo per la sua risposta.

  • Alex

    Buongiorno dottoressa, ho 29 anni..sono fidanzato da quasi 3 anni ma nell ultimo periodo il no rapporto è in bilico per via del mio carattere, quando litighiamo non riesco a parlare non so cosa dirle..premetto che ho un carattere sbagliato, lei mi dice di tirarlo fuori ma è molto difficile..io sono sensibile e non trovo un modo per essere forte come lei vuole. Cosa dovrei fare per cambiare me stesso? Grazie

    • Letizia

      Buongiorno,
      se vuole affrontare le difficoltà descritte nel messaggio, se vuole conoscersi meglio per diventare più consapevole delle sue emozioni e dei suoi comportamenti e magari promuovere dei cambiamenti, il primo passo da fare è svolgere dei colloqui di consulenza psicologica e successivamente si può valutare un eventuale percorso di psicoterapia. Per maggiori informazioni o per fissare un appuntamento, la invito a contattarmi telefonicamente al n 320 4121309 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17.
      Cordialmente,
      dott.ssa Sticca Letizia

  • Gioia

    Buonasera dottoressa, vorrei chiedere un consiglio per mio padre. Ha 80 anni e da quando è rimasto solo in casa lo trovo sempre più triste.
    Di sicuro la vita in solitudine non è facile, ma io non so come fare dato che non ho la possibilità di tenerlo a casa con la mia famiglia. Avevo pensato di regalargli un piccolo cane, cosa ne pensa? potrebbe essere utile per dargli un po’ di umore e risollevarlo un po’ psicologicamente?

    • Letizia

      Buongiorno,
      un piccolo cane può essere di compagnia ma innanzitutto è un animale che ha bisogno di cure e di affetto.
      Deve chiedere a suo padre se gli fa piacere e soprattutto se si sente in grado di prendere e mantenere l’impegno che il cane può comportare a lungo termine.
      Cordialmente,
      LS

  • Lena

    Mio figlio si è fatto male per colpa mia.. i bambini sono imprevedibili lo so , so anche che purtroppo non possiamo prevenire tutto quello che succede .. però quella sera sono andata a dormire tardi.. e non l’ho
    sentito che si è svegliato ed è caduto dal letto , con relativa perdita di un dente da latte ( mio figlio ha solo 10’meso e purtroppo dovrà rimanere senza fino a quando ne avrà almeno 6 ! )
    questa cosa mi fa sentire sempre in ansia e anche se so che poteva andare molto peggio , mi sento come se per colpa mia potrebbe avere problemi con altri bambini o di sviluppo di linguaggio .. questa cosa non mi fa dormire più serena .. ogni sera mi Addormento con La tachicardia e rimugino sempre chiedendomi cosa avrei potuto fare per evitarlo..

  • Claudia

    Gentile Dottoressa Sticca,
    le scrivo perché vivo da diversi mesi una crisi.
    Ho interrotto qualche mese fa una psicoterapia dopo quasi due anni. Era una delle tante psicoterapie fatte. Da allora entro in un vero e proprio loop, che si attiva all’idea soltanto di riandare in terapia, ma ora anche in tante altre occasioni, come ad esempio tutte le occasioni in cui il terapeuta mi diceva di interfacciarmi con la mia “bambina interiore”, accontentandola facendole fare sport, attività ecc.

    È come se si fosse attivata una nuova modalità, diversa dalla me solita, che mi porta ad avere il respiro trattenuto, a sgarrare gli occhi, modalità che talvolta mi fa molto male, a volte invece riconosco come familiare, senza dubbio mi fa stancare molto, quindi poi devo trovare meccanismi per interromperla e tornare nella dimensione reale, dove mi sento a volte infelice e ansiosa e come se fossi bloccata e non stessi considerando una parte, ma almeno mi sento io e sento di avere il controllo di ciò che succede.

    Cosa può essere successo?
    Ho provato tante volte ad affrontare il discorso col mio terapeuta, ma nulla… Non siamo riusciti e da me subentra ormai diffidenza e rabbia.
    C’è da dire che in quella modalità divento molto accondiscente, vengo più attratta da tutti gli uomini, sto più sugli stimoli fisici e sull’aspetto fisico ma mi accorgo che vada in apnea col respiro.

    Sto avendo pazienza e dandomi tempo, ma spesso mi chiedo che cosa mi sia accaduto, se la terapia possa aver generato un trauma. Cambiando terapeuta, ormai il blocco che si presenta è lo stesso.

    Grazie della disponibilità

  • Katrine

    Gentilissima/o, Vivo in uno stato di confusione da piu’ di un anno. Ho 30 anni e fin dalle elementari sono stata una studentessa modello, ho studiato legge, laureandomi a pieni voti, proseguito con un dottorato e lavorato all’estero fino a divenire un funzionario di una istituzione internazionale. Ho sempre puntato al perfezionismo e sono anche stata molto infelice, oltre ad aver avuto disturbi alimentari (anoressia) in adolescenza conclusi con un ricovero. 2 anni fa mi trasferisco in un’ isola europea; fino a quel momento la mia vita era un’agenda di cose da fare: laurea, dottorato, esame di avvocato. Su questa isola inizio finalmente a lavorare e trovare tempo per me stessa e divertirmi. Da quando avevo 23 anni vivo in una relazione a distanza con un ragazzo finlandese (Milos) che conosco durante il suo erasmus in Italia e che si e’ sempre dimostrato un ragazzo perfetto: equilibrato, sensibile, dolce, con la testa sulle spalle, ingegnere, ma anche molto introverso. Milos e’ sempre stato pronto ad ascoltarmi. Purtroppo da qualche anno e’ cambiato qualcosa e io ho iniziato a “guardarmi intorno”. Non ne sono fiera. Eravamo sempre in posti diversi e la voglia di vedersi e’ andata nel tempo ad affievolirsi. Io mi trasferisco su questa isola Europea e conosco un ragazzo svedese (Jacob). Ho sperimentato con lui un’adrenalina e una passione mai conosciuta prima. Lui e’ esattamente l’opposto di Milos, non e’ riuscito a concludere gli studi, spesso fa uso di cocaina, e’ sbadato, ha frequenti sbalzi di umore, non ha piani, mitomane ma e’ anche la persona piu’ affettuosa e passionale che conosca. A Jacob dico fin da subito che sono fidanzata in un rapporto molto virtuale e forse concluso da anni. Iniziamo a vederci per un anno, lui mi riempie la vita nei suoi momenti up e down, dandomi una intensita’ mai provata prima e nel frattempo, “causa covid”, non vedo Milos per un anno. Jacob pian piano diventa sempre piu’ minaccioso e psicologicamente violento fino a minacciare di dire tutto a Milos se non lo avessi lasciato. Iniziamo inoltre a lasciarci e tornare insieme in un continuo roller coaster. Io nel frattempo inizio a vedere una pedagogista di persona su questa isola per il troppo dolore. Dolore di ferire e mentire a Milos e di perdere Jacob. Jacob torna sempre pero’ e dopo aver minacce, urla, grida, bicchieri rotti, e una psicosi da metanfetamine, decide di vedere un team di psicoterapeuti e gli viene diagnosticato l’ADHD. Io sono felice che abbia la volonta’ di migliorarsi e provo anche tenerezza per me stessa, di aver intravisto la stravaganza laddove c’erano altri problemi. Io non riesco ad ascoltarmi, non so se sono innamorata, se sono innamorata di Jacob o di Milos, se sono dipendente affettiva da entrambi. Non riesco a chiudere i rapporti. Oltre a tutto questo, temo di rimanere single a vita se nessuno di questi rapporti dovesse continuare. Come posso riuscire ad ascoltare quello che desidero? Vorrei accanirmi sull’amore per Milos ma sento l’esigenza di prendermi cura di Jacob che credo di amare. Seguo una pedagogista da 4 mesi che suggerisce di interrompere entrambi i rapporti ma io non riesco a prendere azione.

    • Letizia

      Buongiorno,
      per affrontare e curare tutto il malessere e la sofferenza che ha descritto (che non è di natura medica ma psicologica) è necessario un vero e proprio processo di cura di cui gli strumenti specialistici sono la consulenza psicologica e la psicoterapia. Con tutto il rispetto per la pedagogista che la segue in questa isola europea.. se lei davvero vuole cambiare, la figura professionale alla quale deve rivolgersi è uno psicologo psicoterapeuta.
      Saluti,
      LS

  • Malak

    Salve, ho scoperto per
    che mio marito visiona siti pornografici e ha un profilo appagamento (dove a spesso un sacco di ad soldi) 1Lo scorso mese mi sono alzata di mattina e lo peccato e non era la prima volta
    La nostra vita sessuale e sempre normale . Adesso però sono piena di dubbi. Forse non ha più piacere nei miei confronti? Forse la nostra intimità non è più soddisfacente come prima per lui? E’ normale un comportamento del genere per un uomo maturo, padre di famiglia? Malak

  • Anna

    Buongiorno,
    Grazie per l’opportunità. Ho in affido una bambina da oltre 3 anni (ma la seguo fin dalla nascita) figlia di genitori tossico dipendenti. Il Papa ha recuperato una vita normale e la può vedere e sentire quando vuole … anche con lui la bambina non ha quasi sempre mantenuto i contatti. La mamma invece persiste in uno stile di vita intensamente difficile (drogata , prostituzione, accattonaggio…) e negli ultimi sei anni ha incontrato raramente la figlia solo in presenza dei servizi sociali. La mamma e la nonna materna sono persone molto
    Manipolative.
    La bambina e in terapia da una esperta in terapia Tavistock… 2 incontri la settimana da 4 anni ma non ho mai alcun riscontro dalla terapeuta che nella relazione presentata al giudice ha sottolineato la necessità di continuare con lei.
    Ha pero sottolineato che la bambina con lei non di apre , non esprime nulla riguardo alla sua vita … si limita a giocare e nelle ultime sedute sono passate ai giochi e video al cellulare. Non ho mai avuto da lei indicazioni su come comportarci in famiglia e su eventuali disagi che possa aver evidenziato nei giochi…
    La domanda è: normale che non ci siano riscontri? Normale che dopo 4 anni la bambina (che è molto intelligente, socievole, coccoli a, inserita con amici e adulti, sportiva è molto brava a scuola e che con me esprimi sia le stanchezze che le tristezze …) non abbia ancora raggiunto con la terapeuta una sorta di confidenza tanto da esprimersi (così come fa con me)? Spendo tempo e soldi ma non trovo più la motivazione…

    • Letizia

      Buongiorno,
      quando si tratta di bambini, non si può prescindere dai genitori (in questo caso affidatari) sia per motivi di legge sia per motivi terapeutici. Le suggerisco di confrontarsi con la psicoterapeuta della bambina e di porle questi leciti dubbi.
      Cordialmente,
      LS

  • Nunzia

    Salve dottoressa, ho da farle una confessione, e da qualche anno che stolkerizzo una ragazza che assomiglia a me, perché lei si pensa di essere più bella di me e di avere più qualità di me, quindi io mi intrometto nella sua vita e circuisco le persone che la frequentano per farle un dispetto. Il problema è che poi questa tizia mi tratta alla stessa maniera e la giostra continua all’infinito finendo per coinvolgere in questo sadico gioco persone innocue e stupide che non capiscono la grandiosità di tale disegno..ciao bella

  • Luca

    Salve dottoressa, avrei da chiederle un parere su una mia paura, da un po’ di tempo non riesco a parlare con i miei amici, ho paura che sparlino di me alle mie spalle, penso sempre che tutti siano a pensare a me e a come farmi sentire piccolo rispetto alle loro grandezze sociali e professionali e sessuali. Come faccio a recuperare un rapporto sano con queste persone?

    • Letizia

      Buongiorno, per raggiungere un equilibrio è necessario diventare più consapevoli e comprendere le sue paure e pensieri. Per farlo è vivamente consigliato un percorso di psicoterapia.
      Cordialmente,
      LS

  • Giulia

    Buongiorno Dottoressa, avrei bisogno di un suo consiglio. Da sempre sono una ragazza estremamente insicura per il proprio aspetto fisico, per difetti con i quali sono nata e che non posso modificare. Sono stata 3 anni con un ragazzo, ma spesso avevo delle crisi, tanto da voler rimanere chiusa in casa e non uscire, perché non mi sentivo abbastanza per lui, tormentata dai miei difetti fisici. Dopo tre anni la situazione non è cambiata, ero spesso in lacrime per queste crisi e ho preferito lasciare questa persona perché mi sentivo un peso, non sopportavo l’idea di avere sempre dei problemi, di non poter fare vivere la relazione con tranquillità. Mi guardo allo specchio e non sto mai bene con me stessa, non mi sento all’altezza di nessuno. Secondo lei per stare bene con qualcuno bisogna prima stare bene con se stessi? Una persona come me per stare meglio avrebbe bisogno di un percorso psicologico? In passato avevo già fatto un percorso, ma non mi ha aiutata.
    La ringrazio, Giulia.

    • Letizia

      Buongiorno,
      la psicoterapia è un investimento nella salute e tutti possono trarne beneficio. Naturalmente il buon esito del percorso terapeutico dipende da tanti fattori e tra i più importanti troviamo la motivazione del paziente a volersi conoscere a livello più profondo in modo da prendere atto del suo funzionamento psichico.
      Cordialmente,
      LS

  • Dario

    Salve signora psicologa, ho un problema che mi trascino, ho quasi 40 anni e ho scoperto che le donne non mi vogliono. Il motivo? Le dimensioni..lo so che sta pensando che io sono il solito arruffone che pensa sempre a quella cosa lì ma il mio ” problema” nasce quando mi confronto con una sua collega che mi dice ” devi avere un approccio delicato devi puntare sulla testa e sulle tue cose ecc..dicendo che venti centimetri sono normali..è proprio lì che nascono i miei complessi..ogni volto che conosco una signorina questa al massimo mi sorride e se ne va allora penso..cosa ho che non va? Faccio battute, sono carino oltre che bel ragazzo..faccio vedere le mie foto.. ma non basta..allora i miei amici dicono..provaci con questa che è venuta a letto con me figuriamoci con te che sei più bello e e quando con loro ci provo e sono esplicito , mi fanno capire che non sono il loro tipo..e veniamo al punto. Quando decido di andare con una pagamento, questa prostituta straniera mi dice dopo aver consumato il rapporto “Che forse c’è l’ho troppo piccolo per piacere alle donne di oggi..mi convinco che ha ragione lei e non la psicologa..ormai mi sono messo in testa che per andare con una che mi piace la debbo solo ” forzare” …e la colpa non è mia. Consigli? ..Le lascio la mia email se vuole darmi una mano..grazie buonasera

  • Giuseppe

    Buongiorno dottoressa Sticca, ho necessità di parlare con lei su alcune problematiche familiari. Vorrei solo chiedere prima di chiamarla come faccio a capire se l’approccio psicosomatico è quello giusto?

  • Rossella

    Salve Dottoressa, avrei bisogno di un consiglio.
    Il mio compagno soffre di ansia, e negli ultimi mesi la sua situazione è peggiorata. Prima vivevamo la nostra vita di coppia con spensieratezza, ridevamo e riuscivamo ad affrontare così tutti i problemi. Stavamo pensando anche di andare a convivere ma lui ha fermato la ricerca di una casa, a causa di questo su stato. Ha intrapreso un percorso sia dallo psicologo che dallo psichiatra ma sembra sempre peggio. Io cerco di dargli tutto l’appoggio e la comprensione possibile ma, a volte, ho l’impressione che se ne approfitti, che si lasci andare, e a lungo andare ho paura di non riuscire a sostenerlo più.
    Cosa mi suggerisce di fare? Come si deve comportare chi sta affianco a qualcuno che sta male così?
    La ringrazio.

    • Letizia

      Buongiorno,
      il suo compagno sta vivendo una crisi interna che richiede una “ristrutturazione” delle difese psicologiche e dell’equilibrio nelle relazioni affettive. E’ un percorso che procede gradualmente per rispettare i tempi della mente. E’ un percorso in salita con lo scopo di raggiungere la vetta della montagna pertanto non mancano di momenti di stanchezza o di regressione. Ma l’obiettivo è procedere e Lei può ricordarglielo, supportandolo ad andare avanti. Però, se al contrario sente di non farcela o di essere trascinata indietro, valuti la possibilità di una consulenza psicologica anche per Lei in modo da fare luce sugli aspetti problematici e individuare le sue risorse per poterli affrontare.
      Le auguro una buona giornata,
      LS

  • Giada

    Buongiorno, sono capitata per caso sul suo sito. Volevo chiedere se si occupa anche di fobie. Sto attraversando un periodo infernale ed ho bisogno di un grande aiuto. Cosa consiglia difare anche a chi non può spostarsi, specie in questi momenti?

    • Letizia

      Buongiorno,
      la ringrazio per avermi scritto.
      Si certamente, mi occupo anche di fobie e dei meccanismi di evitamento e degli stati ansiosi che ne conseguono.
      Il primo passo è svolgere alcuni colloqui psicologici preliminari per inquadrare la situazione e individuare l’intervento più adatto. Se l’impossibilità di spostarsi è legata all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, i colloqui possono essere svolti anche a distanza (per telefono o in videochiamata su Skype o whatsapp). Resta il fatto che è permesso spostarsi per recarsi dallo psicologo anche in zona rossa purché non si sia in quarantena o isolamento fiduciario! Se l’impossibilità di spostarsi è legata alle fobie, la modalità a distanza rischia di colludere con il problema pertanto può essere un modo per iniziare ma va dosata.
      Cordiali Saluti,
      LS

  • Alessandra

    Buongiorno dottoressa, ho una domanda a cui lei potrebbe dare una spiegazione logica. Sono mamma di un bambino di 7 anni che da quando è iniziata la pandemia è cambiato completamente. Prima era un ragazzo allegro, vispo e molto chiacchierone. Amava stare con gli altri e giocare fino a tardi. Da Marzo sembra trasformato. Non vuole vedere nessuno, giocare con nessuno, nemmeno con i parenti e con me. Se ne sta chiuso nella sua cameretta, ed è cambiato anche come umore.

    Fino a poco tempo fa scherzava, rideva e giocherellava.
    Adesso sembra troppo serio e pensieroso. Ho paura che il suo modo di vivere sia cambiato.

    Per questo le chiedo un parere tecnico, e soprattutto se è il caso di un colloquio.
    La ringrazio, Alessandra.

    • Letizia

      Buongiorno,
      la ringrazio per la sua richiesta. Quanto lei descrive è un segnale, l’espressione del forte disagio che suo figlio sta vivendo. Comprendo la sua preoccupazione e sono dell’opinione che questo segnale vada ascoltato e non ignorato. Svolgere alcuni colloqui clinici preliminari con il bambino e la sua famiglia è il primo passo per cercare di comprendere i pensieri, le emozioni, le paure che stanno alimentando questo malessere.
      Cordialmente,
      LS

  • Oriana

    Buongiorno dottoressa Sticca, sono della provincia di Torino ed ho trovato il suo riferimento su internet. Ho letto nel sito che pone molta attenzione ai problemi dei bambini e della famiglia, e mi auguro che possa dare una mano anche a noi. Data la situazione del lockdown imminente vorrei chiederle un consiglio. Ho un figlio di 9 anni e per lui io e mio marito vorremmo cominciare un percorso psicoterapeutico. Ho letto che esercita anche la psicoterapia online via skype, e vorrei sapere se anche nella nostra situazione può essere utile. Sa, data la pandemia, potrebbe essere la soluzione più comoda per noi tutti. Inoltre vorrei sapere anche se ci sono degli sconti per i pazienti online e se l’efficacia della terapia è la stessa. Sarebbe la prima volta che mi rivolgo ad uno psicologo online e quindi mi faccio una serie di domande. La ringrazio per la disponibilità. Oriana

    • Letizia

      Buonasera sig.ra Oriana,
      le fornisco alcune informazioni pratiche in modo da poter valutare. Per iniziare, solitamente si svolgono alcuni colloqui preliminari che servono a inquadrare l’area del problema e individuare l’intervento psicoterapeutico più adatto. I colloqui preliminari non sono vincolanti e il paziente può valutare di volta in volta se fare il colloquio successivo ed eventualmente iniziare il percorso di psicoterapia. La modalità on line era usata già prima della pandemia e a maggior ragione in questo periodo, si sta rilevando un ottimo strumento specie quando non è possibile essere in presenza. Mi sento di rassicurarla sul fatto che la seduta online non è una seduta di serie B e per questo il costo è lo stesso della seduta in presenza. Se ha bisogno di ulteriori informazioni, mi contatti anche telefonicamente.
      Saluti,
      LS

  • Silvia

    Buonasera mi ha colpito la sua esperienza con le persone affette da dipendenza,ho letto che ha collaborato con una comunità e forse mi puo aiutare. Ho vissuto anni con un tossicodipendente, e ogni sforzo x aiutarlo è stato invano, questo mi ha portato molte ferite, delusioni e tanta rabbia. Le posso chiedere, mi scusi ma è la prima volta x me,come funziona?posso fare un primo colloquio e poi valutare le successive sedute x capire se mi puo aiutare ad uscire da un periodo buio e molto sofferente?e mi scusi ancora la domanda, le sedute hanno costi fissi? Le posso chiedere quanto?grazie in anticipo.

    • Letizia

      Buonasera,
      sì, può fare un primo colloquio e poi valutare.
      Solitamente si fanno 3 – 4 colloqui preliminari che servono per avere una quadro della
      situazione e individuare l’intervento più adatto. Sono colloqui liberi nel senso
      che il paziente valuta di volta in volta se richiamare per fissare il colloquio successivo.
      In generale, il costo della seduta può variare in base alla prestazione.
      Può contattarmi telefonicamente in modo da chiarire meglio la sua richiesta ed eventualmente
      fissare un primo colloquio.
      Saluti,
      LS

    • Letizia

      Buonasera,
      le confermo che svolgo anche sedute di psicoterapia a distanza (online) ma ad ogni modo
      deve prima contattarmi telefonicamente dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20
      per fissare l’appuntamento in base alla disponibilità.
      Cordialmente,
      LS
      320 4121309

  • Lediana

    Buonasera, ho un amico che non riesce ad andare avanti emotivamente dopo la separazione con la moglie. Volevo chiederle se questo tipo di problema fa parte del vostro campo e quanto costa la sessione. Grazie e buonaserata

    • Letizia

      Buonasera,
      certamente, le difficoltà emotive legate ad esempio ad una separazione
      molto spesso sono affrontate con l’aiuto dello psicoterapeuta.
      Il costo della seduta può variare a seconda del tipo di prestazione
      (individuale, di coppia, familiare, ecc) che viene valutata insieme al/ai paziente/i.
      Cordialmente,
      LS

  • Marina

    Buongiorno, mio figlio di 9 anni da qualche settimana ha un tic. Muove la testa verso destra , è un movimento vistoso e ho paura che a lungo andare qualcuno finisca per prenderlo in giro. Premetto che è un bambino molto sensibile che risente parecchio delle eventuali sgridate ma anche del carattere più forte del fratello di 7anni che riesce precocemente in tutto prima di lui e lo tratta spesso come fosse lui il più piccolo. Io cmq ho il sospetto che c’entri l’inizio della scuola. Fin dai primi anni ha patito molto delle aspettative delle insegnanti e del padre, ma soprattutto le mie. Ho cercato di guidarlo correggerlo darglinun metodo di studio ma sembra che questo lo affligga, è bravo ha dei bellissimi voti ma si distrae spesso a scuola e a casa fatichiamo a fargli fare i compiti sembra non interessargli si distrae molte volte, spesso viene sgridato a volte pesantemente. Io ho anche sospettato una sindrome da attenzione ma le maestre dicono di no. Non so che fare la pediatra mi ha detto di creare un clima disteso attorno a lui e vedere come si mette ma io non ce la faccio a vedergli compiere quei movimenti, non dico nulla e facciamo finta di niente ma mi chiedo può passargli da solo senza l’aiuto di uno specialista?

  • Matteo

    Buongiorno Dott.ssa,
    ho 30 anni e non riesco ad investire sulla mia vita, non riesco a concentrarmi, a svolgere le mansioni del mio lavoro e mi sento sempre inadeguato per me stesso e per gli altri, oltre ad insicuro e non felice.

    Quando sono con persone che reputo “superiori” (praticamente la maggior parte delle persone che sono fuori dalla mia cerchia di amici e conoscenti, oltre al datore di lavoro e alle donne) rimango spesso in silenzio e non riesco ad essere istintivo come qualche anno fa. Mi chiudo. Ho paura di rispondere a tono e arrabbiarmi o al contrario di essere piacevole e brillante.

    Non ho voglia di lavorare anche se ho un ottimo lavoro, non riesco ad essere soddisfatto e ho la costante paura di sbagliare (puntualmente sbaglio).

    Non riesco a trovare un punto di svolta nella mia vita ed è una condizione mentale che va avanti da almeno quattro anni (in pochi anni sono cambiato totalmente).

    Avrei solamente voglia di mollare tutto ed essere libero mentalmente.

  • Gloria

    Buongiorno dottoressa, vorrei sapere se è possibile svolgere terapia anche per bambini di 6 anni. Ho un figlio che da poco tempo a questa parte ha sviluppato un tic nervoso. Ho paura che cresca con questo disturbo.
    Potrebbe aiutare la psicoterapia?

    • Letizia

      Buongiorno sig.ra Gloria,
      quando si tratta di bambini non si può prescindere dalla famiglia. Almeno nei colloqui preliminari sono coinvolti anche i genitori del bambino ed eventuali fratelli/sorelle per poi valutare il tipo di intervento più adatto. Nei bambini i tic sono comuni e dal punto di vista sociale e psicologico possono essere invalidanti. La psicoterapia è importante per affrontare le ripercussioni dei tic che hanno effetto sulla relazione con gli altri, sui propri vissuti emotivi, sull’autostima, sull’ansia, ecc. Inoltre, se l’origine del tic non è neurologica ma emotiva, la psicoterapia aiuta ad affrontare e a far emergere le problematiche psicologiche che si esprimono sul corpo attraverso il sintomo del tic.

  • Fiamma

    Buongiorno dottoressa, vorrei fare una domanda sul training autogeno. Una mia amica lo pratica da molti anni e ne è entusiasta. Dice che è così abituata che non potrebbe farne a meno.
    Mi ha detto che ci sono molti tipi di training autogeno, ma io non ci capisco nulla.
    Per iniziare secondo lei qual è il più adatto a una donna di 50 anni? Quante persone per volta lo possono praticare?

    • Letizia

      Buongiorno sig.ra Fiamma,
      la tecnica da me utilizzata è quella del Training Autogeno di Schultz ulteriormente arricchita dalle Visualizzazioni Guidate. Le suggerisco di leggere i miei articoli per comprenderne le caratteristiche e le finalità:
      https://www.psicoterapialetiziasticca.com/training-autogeno-torino/
      https://www.psicoterapialetiziasticca.com/training-autogeno-torino/corso-di-training-autogeno-con-visualizzazioni-guidate/
      Il T.A. è una tecnica di rilassamento corporeo e può essere praticato sia da bambini sia da adulti purché abbiano svolto una specifica formazione. E’ mia abitudine svolgere un colloquio preliminare con la persona interessata proprio per escludere quelle rare situazioni in cui la tecnica è sconsigliata. Inoltre, prima di iniziare il corso di T.A. di 10 sedute, è possibile fare delle singole sedute di prova. Il T.A. può essere praticato in modo individuale, in coppia o in gruppo (max 8 persone) e il corso ha lo scopo di insegnare la tecnica in modo che ognuno poi possa praticarlo da solo.
      Per ulteriori informazioni può contattarmi telefonicamente.
      Le auguro una buona giornata,
      dott.ssa Letizia Sticca
      320 4121309

  • Letizia

    Salve,
    si certamente, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria svolgo colloqui
    di consulenza e di psicoterapia in modalità
    a distanza sia via telefono che in videochiamata anche tramite Skype.

  • Lucia

    Buonasera dottoressa, vorrei sapere se è possibile fare le terapie psicologiche online di sera.
    Sono da poco a Torino, vengo da Milano e non riesco a spostarmi facilmente e raggiungerla nel suo studio per i troppi impegni lavorativi.
    Avrei bisogno di un supporto in orari non molto comodi, lo so, ma non riesco proprio a trovare il tempo.
    Grazie

    • Letizia

      Salve sig.ra Lucia,
      molti pazienti riscontrano le sue stesse difficoltà ma finora siamo sempre riusciti a trovare una soluzione, a maggior ragione se ci si avvale della modalità online. Se posso cerco di andare incontro alle esigenze dei pazienti. Se vuole mi contatti telefonicamente per valutare un orario fattibile.
      Cordialmente,
      dott.ssa Letizia Sticca
      320 4121309

    • Letizia

      Buongiorno Sig.ra Lena,
      il post partum è un periodo delicato almeno quanto quello della gravidanza e si possono manifestare sintomi psicosomatici.
      In tal caso, una consulenza e/o un eventuale psicoterapia che utilizza una chiave di lettura psicosomatica può essere un intervento mirato in grado di far emergere e affrontare gli aspetti psicologici che sono stati sommersi e che sono stati trasformati in sintomi sul corpo ovvero psicosomatici.

  • Amalia

    Buongiorno dottoressa, le scrivo perchè sono ormai esaurita. Sto vivendo dentro casa da giorni come le sa per il coronavirus. Ma non riesco più a trovare i miei spazi. Con mio marito litigo spesso, stessa cosa con i ragazzi. Loro hanno anche ragione, ma io cosa posso fare. Mi sento di aver esaurito tutta la pazienza e ho paura di fare qualche pazzia quando sono arrabbiata con loro.
    Mi può consigliare qualcosa?

  • Sabrina

    Salve dottoressa Sticca, vorrei fare una domanda su mio figlio.
    Ha 11 anni è un ragazzo molto intelligente e ha tanti interessi.
    Da qualche tempo però ho notato che ha una specie di tic nervoso.
    In pratica succede che mentre parla muove ripetutamente il naso.
    Mi devo preoccupare?
    Cosa consiglia di fare?

    • Letizia

      Buongiorno sig.ra Sabrina,
      il tic nervoso di suo figlio mi fa pensare a un sintomo psicosomatico. I tic possono insorgere specialmente nei periodi di forte stress. Questo sintomo indica una tensione, un conflitto interno che si ha difficoltà a elaborare e non si può controllare. Racchiude in sé un pensiero, una paura, un desiderio che è stato rimosso, silenziato ma che inizia a riemergere parlando attraverso il corpo. Se non l’ha già fatto, le suggerisco di leggere l’articolo sul mio sito https://www.psicoterapialetiziasticca.com/tic-nervoso/ Ritengo che sia opportuno valutare una consulenza psicologica ed eventualmente un percorso di psicoterapia attualmente possibile attraverso le modalità a distanza altrettanto efficaci (via telefono o videochiamata).
      Cordialmente,
      dott.ssa Letizia Sticca
      tel. 320 4121309

  • Chiara

    Buonasera dottoressa ho trovato il suo sito online e vorrei porle una domanda.
    Secondo lei può aiutare la psicoterapia ai tempi del coronavirus per i bambini in casa?
    Ho 2 figli di 5 e 7 anni. Per loro non uscire di casa è un problema enorme. Non vedono gli amichetti e non possono neanche andare a giocare come vorrebbero.
    Ho cercato di spiegarglielo in tutti i modi ma ogni giorno diventa sempre più difficile.
    Sperando che la situazione finisca presto cosa mi consiglia di fare?
    la ringrazio in anticipo.

    • Letizia

      Buonasera sig.ra Chiara,
      prima di iniziare un percorso psicoterapeutico sono necessari dei colloqui preliminari di consulenza psicologica per esplorare l’area del problema e individuare l’intervento più adatto. Se ne svolgono al massimo 3-4 ma non sono vincolanti. Il paziente è libero di scegliere dopo ogni colloquio se richiamare per il successivo. Quando si parla di bambini non si può prescindere dai genitori quindi soprattutto all’inizio di svolgono dei colloqui familiari. In alternativa, dei colloqui solo con i genitori in modo da fornire loro un supporto i cui benefici si riflettono anche sui figli. Ci sono davvero tante attività creative per i bambini da fare anche insieme ai genitori e sono suggerite online da educatori e pedagogisti. Sicuramente per i genitori è molto impegnativo ma le routine della giornata possono essere arricchite. Inoltre, ascoltare i bambini è il modo per dargli la possibilità di esprimere le loro paure ed emozioni e ridurre le loro tensioni. Se non si riesce a “tamponare” in questo modo, può essere utile un consulto via telefono o via videochiamata per affrontare subito e nello specifico le difficoltà che state vivendo. Qualora volesse fissare un consulto può contattarmi al n. 320 4121309.
      Un caro saluto,
      dott.ssa Letizia Sticca

  • Marika

    Buongiorno dottoressa vorrei chiedere un consiglio.
    Ho 38 anni ma mi piacciono 2 uomini e non riesco a fare a meno di entrambi.
    Uno è molto dolce e gentile, l’altro un po’ più rude, ma mi piacciono tutti e due.
    Loro sanno tutto e la cosa per i primi tempi non pesava a nessuno dei 2. Ora però non li vedo, dal vivo, a causa del coronavirus e uno di loro non mi vuole più sentire e vedere…
    Io sono molto triste perché so che non riuscirò a fare a meno di sentirlo o vederlo. E L’idea che con lui possa finire mi manda in panico.
    Spero che sia dolo a causa del virus, ma sto davvero male.
    Secondo lei come posso agire per stare meglio?
    Inoltre lei pensa che ho un problema psicologico?

  • adriano

    Buongiorno dottoressa vorrei chiedere un consiglio.
    Sono un pensionato di 75 anni e in questo periodo dovendo stare a casa cerco di impegnare il tempo come posso.
    Mi piace molto avere a che fare con le piante e ora che ho molto tempo a disposizione cerco di curarle al meglio.
    Ho una domanda da porre, è normale secondo lei parlare con le piante, o può essere un segno di squilibrio psicologico?
    Perché io la trovo una cosa normalissima, ma mia moglie dice che sto diventando matto.
    Cosa ne pensa?

    • Letizia

      Buongiorno sig. Adriano,
      penso che parlare alle piante sia un’abitudine di molti
      “pollici verdi” e può essere intesa come un gesto d’amore verso la natura
      che è dotata di sensibilità. Non so dirle se questo faccia bene alle piante
      ma credo che in generale prendersi cura delle piante e dei fiori faccia molto
      bene alle persone. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ci impone delle restrizioni
      anti contagio che sono necessarie ma al tempo stesso possono comportare delle forti ripercussioni
      psicologiche e dei più alti livelli di ansia e stress.
      L’ortoterapia e i giardini terapeutici sono utilizzati in maniera congiunta ad altri trattamenti
      per la cura di certe patologie e stati emotivi alterati. Pertanto in questo periodo fare giardinaggio
      può aiutare ad abbassare lo stress e a sentirsi meglio. Ad ogni modo, qualora sentisse il bisogno
      di parlare non solo con le piante ma anche con un esperto, può contattarmi per un consulto al n. 320 4121309.
      Un caro saluto,
      dott.ssa Letizia Sticca

  • Adele

    Dottoressa Sticca, ho trovato il suo spazio su internet e le vorrei chiedere cosa si può fare per i bambini chiusi in casa in questo periodo del Virus.
    Ne ho ben 3 e capisce bene che la situazione è davvero molto complessa. Per questo motivo le chiedo gentilmente se ci sono degli accorgimenti da prendere o al massimo delle azioni efficaci per i miei ragazzi.
    Hanno rispettivamente 4, 6 e 8 anni.
    Sono disperati perchè non possono uscire e nemmeno vedere gli amichetti. Soffrono tanto. La ringrazio in anticipo.

    • Letizia

      Buongiorno sig.ra Adele,
      mi hanno colpito molto alcune parole che ha usato nel suo commento come:”chiusi in casa”, “non possono uscire”.
      Purtroppo questa è una condizione che stiamo vivendo tutti ma può essere sentita con diversi gradi di disagio e stress
      a seconda di tanti fattori tra cui anche il significato che si associa allo “stare a casa”. Non necessariamente deve significare
      “non esci” o “ti chiudo dentro” (frasi che siamo abituati a sentire come limitazione della libertà o punizione). In questo periodo
      la nostra casa è un posto sicuro dove si possono fare tante cose, sopratutto quelle che per mancanza di tempo si sono rimandate.
      Ci è stato donato del tempo e possiamo impegnarlo nel fare tutti insieme (genitori e figli) delle attività che ci piacciono (cantare, ballare, colorare, cucinare, giocare, leggere, ecc). Non sempre i genitori hanno la possibilità di giocare insieme ai figli.
      Ai bambini si deve spiegare con parole semplici cosa sta succedendo e far capire che il loro stare a casa è prezioso perché li protegge e protegge gli altri. Durante la giornata è importante mantenere ritmi e orari: non svegliarsi tardi la mattina, non andare a dormire tardi la sera, rispettare colazione, pranzo, cena. Non so se e quanto sia attiva e gestibile la didattica a distanza. Ad ogni modo, mantenere il contatto con insegnanti e compagni di classe è possibile attraverso le videochiamate e può essere necessario per motivare i bambini a impegnarsi nel fare i compiti. Le videochiamate possono essere utilizzate anche per “vedere” gli amichetti. I genitori, oltre a svolgere il loro ruolo, hanno sicuramente molto più lavoro da fare visto che devono partecipare, supervisionare, collaborare e sostituirsi a tutte quelle figure del mondo scolastico ed extrascolastico dei loro figli. Queste sono solo delle indicazioni generali ma qualora volesse approfondire ed entrare più nello specifico, può contattarmi al n. 320 4121309 per fissare un consulto.
      Un caro saluto,
      dott.ssa Letizia Sticca

  • Tania

    Buonasera dottoressa ho trovato il suo sito internet e mi è piaciuto molto.
    Vorrei porle un quesito in quest’area dedicata.
    Ho 52 anni e lavoro a Torino. In questi giorni a causa del Coronavirus sono costretta a stare in casa con mio marito. Ma ho notato che sono più nervosa del solito. Non passa giorno in cui non mi scontro con lui e penso che la situazione possa degenerare in qualche litigio furibondo. Dato che anche mio marito non ha un carattere proprio mansueto, le chiedo cosa posso fare per restare più calma in questo periodo.
    Ho letto molte cose interessanti sul suo conto e spero che mi possa aiutare anche se a distanza.
    Vorrei prima un suo parere e poi valutare se possibile una terapia adatta anche per il dopo virus.
    Spero che tutto questo passi in fretta, e che le cose si risolvano il prima possibile.
    La ringrazio e le faccio i complimenti per l’opportinutà che ci offre.

    • Letizia

      Buongiorno sig.ra Tania,
      la ringrazio per i complimenti e vengo subito al dunque.
      L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo tende ad accentuare i nostri vissuti emotivi
      e la convivenza forzata può alimentare disagi, frustrazione e discussioni. Per mantenere uno stato di quiete in casa
      è opportuno parlare con calma e affrontare subito il problema per risolverlo o quanto meno trovare un compromesso.
      Può essere utile riflettere insieme a suo marito sulle emozioni, sulle paure e le preoccupazioni che possono esserci in questo periodo.
      Cercate di riconoscerle e di individuare la loro fonte. Questo vi aiuterà a non prendervela l’uno con l’altra.
      Inoltre, potreste alternare momenti condivisi, fare insieme un’attività che vi piace al prendersi ognuno un proprio spazio da vivere da solo e rispettare i silenzi e gli spazi dell’altro.
      Questi sono solo dei pratici suggerimenti (spero utili) per tamponare questo periodo.
      Naturalmente i motivi che ci spingono ad avere certi pensieri e comportamenti risiedono nella nostra parte più intima e profonda.
      Sicuramente attraverso un percorso terapeutico è possibile prenderne coscienza.
      Qualora sentisse il bisogno di un aiuto a distanza più concreto può contattarmi al n. 320 4121309 per un consulto via telefono o videochiamata.
      Un caro saluto,
      dott.ssa Letizia Sticca